Coldiretti: la spesa delle famiglie valdostane è la più alta della penisola

In particolare, l'importo minimo spetta all'Abruzzo, con 420 euro mensili

Foto LaPresse / Nicolò Campo

MILANO (LaPresse) – La spesa delle famiglie valdostane è il 20 per cento superiore di quelle abruzzesi. E la più piccola regione d’Italia si posiziona così al top della classifica nazionale. Con 503 euro al mese per il solo acquisto di generi alimentari e bevande analcoliche. Rispetto agli abitanti dell’Abruzzo che con 420 euro al mese fanno segnare il valore più basso lungo la Penisola.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sui consumi delle famiglie nel 2017 che fotografa le abitudini alimentari regionali. In Italia la tavola è, dati Coldiretti alla mano, una componente importante della spesa familiare. Della quale assorbe in media ben il 18 per cento delle risorse con un valore medio mensile per famiglia di 457 euro al mese. “Dietro il valore nazionale si nascondono però – continua la Coldiretti in un comunicato – notevoli differenze a livello regionale. Con i consumi per alimentari e bevande che nel Mezzogiorno d’Italia assorbono quasi un quarto della spesa complessiva, anche se è il Nord Est dove gli acquisti di cibo sono più alti”.

“La situazione – precisa la Coldiretti – varia tuttavia notevolmente da Nord a Sud nelle diverse regioni”

“Dall’importo minimo di 420 euro al mese in Abruzzo ai 424 della Sicilia. I 431 in Friuli Venezia Giulia. I 434 di Veneto e Umbria, i 442 della Sardegna, i 443 del Molise, i 445 della Liguria, i 447 del Lazio, i 448 della Calabria, i 457 della Puglia e dell’Emilia Romagna, i 460 delle Marche, i 461 della Toscana, i 475 della Lombardia, i 478 del Piemonte, i 479 del Trentino Alto Adige, i 485 della Basilicata, i 488 della Campania e i 503 della ‘regina’ Valle d’Aosta. Analizzando le singole voci della spesa alimentare, il 2017 nel carrello delle famiglie italiane ha visto un prepotente ritorno della dieta mediterranea con l’aumento della spesa per l’olio d’oliva (+11%), frutta e verdura (entrambe con +4%), pane e pasta (+1%) nonché la riscossa della carne dopo anni di costante calo dei consumi.

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