Roma, 25 giu. (LaPresse) – Con la sentenza n. 9/2018, depositata oggi, l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha definitivamente deciso la questione della nomina di un cittadino non italiano, ma di Stato appartenente all’Unione europea, a direttore di un museo italiano (si trattava di un cittadino austriaco, nominato Direttore del Palazzo Ducale di Mantova). Lo rende noto un comunicato del Consiglio di Stato. Il TAR del Lazio aveva inizialmente accolto il ricorso proposto da una dirigente di nazionalità italiana del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT) e aveva annullato gli atti di nomina, osservando che la normativa vigente non consente di attribuire a cittadini stranieri alcun incarico di livello dirigenziale.
la risoluzione
A seguito di una rimessione da parte della Sesta Sezione del Consiglio di Stato, la questione è stata definitivamente risolta dall’Adunanza Plenaria, che, con la sentenza depositata oggi, riforma quella di primo grado, stabilendo che: “la normativa UE (articolo 45 del Trattato di Roma) non consente di escludere un cittadino dell’Unione europea da una selezione pubblica, a meno che non si tratti di una posizione caratterizzata dall’esercizio esclusivo o prevalente di poteri autoritativi (es.: Magistrati, Militari, Forze di Polizia)”. Nella sentenza si afferma anche che “il DPCM n. 174 del 1994 (il quale vieta in effetti di attribuire ai cittadini UE qualunque posto dirigenziale, anche se di contenuto meramente gestionale) risulta in contrasto con il diritto dell’Unione europea e non può quindi essere applicato dal Giudice nazionale”. La scelta di un cittadino UE non incide ovviamente sul complesso delle norme vigenti poste a tutela del patrimonio storico-artistico.