WASHINGTON (USA) (LaPresse/AFP) – La Corte suprema Usa ha offerto a Donald Trump una vittoria simbolica sul suo controverso ‘travel ban’. Ma la politica di ‘tolleranza zero’ contro l’immigrazione illegale è stata di fatto sospesa. In mancanza di luoghi in cui trattenere le famiglie arrestate alla frontiera con il Messico.
Il presidente Usa ha dovuto fare un passo indietro sulla sua misura contro gli arrivi dei migranti dall’America centrale
I fermi sistematici dei genitori che attraversano la frontiera illegalmente con i bambini aveva portato alla separazione di oltre 2.300 minorenni dalle famiglie. Scatenando, ovviamente, una bufera. Per questo la settimana scorsa Trump aveva ordinato lo stop delle separazioni delle famiglie, chiedendo che bambini e genitori venissero trattenuti insieme. Ma la polizia di frontiera Cbp ha ammesso che al momento i fermi contro i migranti che entrano con i figli sono sospesi, perché mancano luoghi in cui tenere le famiglie. Il tutto mentre continua a regnare il caos su tempistiche e modalità dei ricongiungimenti dei bambini che erano già stati separati dalle famiglie prima del dietrofront di Trump. Quanto agli adulti che attraversano illegalmente la frontiera senza bambini, invece, continueranno a essere perseguiti, ha precisato la Cbp.
È in questo contesto che è giunta oggi per Trump una buona notizia per la sua amministrazione
La Corte suprema ha confermato il cosiddetto ‘muslim ban’ voluto dal presidente Usa. Offrendogli una vittoria definitiva al termine di una dura battaglia giudiziaria. La decisione, presa a maggioranza con il voto favorevole di cinque giudici contro quattro, ratifica di fatto il decreto di Trump. Decreto che vieta l’ingresso in territorio americano a cittadini originari di sei Paesi, molti dei quali a maggioranza musulmana. Secondo la Corte, Trump ha usato in modo legittimo le sue prerogative in materia di immigrazione.
Il testo per il quale c’è stato l’ok della Corte suprema è la terza versione del decreto, che aveva provocato un’ondata di indignazione a livello mondiale dopo essere stato varato dalla Casa Bianca il 27 gennaio del 2017, una settimana dopo l’insediamento di Trump. Questa ultima versione prevede la chiusura delle frontiere Usa a circa 150 milioni di persone, cioè ai cittadini originarie dei seguenti Paesi: Yemen, Siria, Libia, Iran, Somalia e Corea del Nord. Chi si oppone al ‘travel ban’ denuncia un testo “anti-musulmano”, accusa respinta dal governo Usa.
“Wow!”, è stato il commento di Trump su Twitter
E successivamente ha aggiunto: è “una fantastica vittoria” per il popolo americano “dopo mesi di isteria” da parte di media e democratici. “Fin quando sarò presidente, difenderò la sovranità e la sicurezza del popolo americano e mi batterò per un sistema di immigrazione a servizio dell’interesse nazionale degli Stati Uniti e dei suoi cittadini”.