TRIESTE (LaPresse) – La giunta del Friuli Venezia Giulia firma un protocollo che prevede la difesa dei medici. “Difendere i medici dal rischio di possibili aggressioni è un dovere istituzionale. Un dovere che discende dalla necessità di garantire sicurezza a chi lavora con passione a servizio della salute dei cittadini“. Lo ha affermato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi. Il quale è infatti intervenuto oggi a Casarsa della Delizia alla firma del protocollo d’intesa ‘Amico alpino accompagnami’.
La collaborazione tra medici e alpini per contrastare le aggressioni
Il documento consente di avviare una collaborazione per affiancare due alpini ad ogni guardia medica impegnata nel turno notturno. Con la finalità di ridurre il rischio per gli operatori sanitari di subire aggressioni o violenze. L’intesa è stata condivisa dal Prefetto, dal Questore e dai Comandanti dei Carabinieri e della Guardia di finanza.
Le aggressioni ai medici costituiscono infatti un fenomeno in crescita, che pertanto va affrontato con determinazione alla luce dei dati preoccupanti, citati dallo stesso Riccardi. Secondo cui due operatori su tre nello svolgimento del proprio lavoro hanno subito un’aggressione violenta verbale o fisica. E di questi il 70 per cento è donna. A questi dati si aggiungono quelli della Federazione nazionale Ordini medici chirurghi e odontoiatri. Le aggressioni riguardano infatti il 65 per cento dei medici ospedalieri e l’80 per cento di quelli che operano sul territorio.
Un’iniziativa di valore da esportare nel resto d’Italia
“Riconosco il merito all’alleanza tra operatori sanitari e istituzioni nel garantire la salute dei cittadini con un’iniziativa che dà orgoglio alla nostra regione. Perché è già un esempio nazionale a cui ispirarsi“. Il vicegovernatore ha poi voluto esprime “riconoscimento e gratitudine al corpo degli Alpini. Essi sono infatti da sempre portatori di pace, libertà e solidarietà come hanno dimostrato anche in questa circostanza. Un’iniziativa di valore culturale da esportare anche nel resto d’Italia“.
Proposta di legge per tutelare la sicurezza
Tra le prime risposte legislative messe in atto, Novelli ha ricordato l’avvio alla Camera dell’iter del progetto di legge per l’inserimento nel codice penale di un’aggravante che consenta l’inasprimento delle pene per chi compie atti contro i medici in servizio e l’istituzione di un fondo per l’acquisto di sistemi di sorveglianza.