Milano, 30 giu. (LaPresse) – Una passione, quella per la montagna e la slackline (l’esercizio di camminare in equilibrio su una fettuccia di nylon), finita in tragedia a causa di un incidente le cui cause sono ancora da chiarire. È accaduto ieri sui monti tra Veneto e Trentino, dove Matteo Pancaldi, 28 anni, modenese, si trovava con un gruppo di amici. Il giovane è precipitato mentre percorreva la fune sospesa sul vuoto. Un volo di oltre 150 metri che gli è stato fatale. L’incidente è avvenuto attorno alle 18.30 di venerdì sera nella zona del Corno d’Acquilio, sulle propaggini più a ovest della Lessinia che danno sulla Val d’Adige, al confine tra Verona e Trento. Pancaldi era uno slackliner esperto, si era esibito in diverse occasioni in questa disciplina e su Facebook aveva condiviso pochi giorni fa il video delle acrobazie ad alta quota proprio nella zona dei Denti della Sega dove è avvenuta la tragedia. Sulle cause della caduta indagano i carabinieri.
l’allarme
I compagni dell’uomo hanno dato l’allarme al 118 e sul posto è arrivato l’equipaggio dell’elicottero del soccorso alpino di Verona. Gli operanti hanno individuato tre slackline, una lunga due più corte, stese tra le guglie. Proprio per la presenza delle fettucce aeree e per l’impossibilità di vedere tra la fitta vegetazione, l’elicottero ha fatto base a Malga Fratte, a cento metri di distanza in un prato, dove cinque ragazzi si erano accampati e dove sono sbarcati personale medico e tecnico di elisoccorso. Mentre l’elicottero volava a imbarcare in diverse rotazioni squadre del Soccorso alpino di Verona e Ala per trasportarle in quota, a circa 1.380 metri di altitudine, il tecnico si è calato nel canale e ha trovato il corpo esanime del ragazzo, vegliato da due amiche, poi riaccompagnate alla macchina dai primi soccorritori arrivati, ai quali si sono aggiunti anche tecnici di Villa Lagarina e Rovereto. Il recupero della salma ha richiesto molte ore e si è concluso nella notte. Il corpo è stato imbarellato e sollevato verso l’alto nel canale per 250 metri, facendole superare salti di roccia di 20-30 metri, dopo aver attrezzato una teleferica e poi per contrappeso. Una volta in cima la barella è stata calata nel bosco sull’altro versante per circa 120 metri fino alla strada, per essere poi affidata ai carabinieri.