Tv, Zanella(Fi): Di Maio vuole valorizzare o uccidere industria culturale?

“Ancora una volta il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, con delega alle telecomunicazioni, Di Maio parla a vanvera di cose che non conosce.

Foto LaPresse - Vince Paolo Gerace
Roma, 1 lug. (LaPresse) – “Ancora una volta il ministro del lavoro e dello sviluppo economico, con delega alle telecomunicazioni, Di Maio parla a vanvera di cose che non conosce. Oggi cerca per lo più di dare lezioni di tv, rivolgendosi in particolare a Mediaset e Rai. A prescindere dall’auspicio del “trionfo del merito”, che suona come un ossimoro in relazione al suo scarnissimo curriculum vs incarichi, mi chiedo se abbia contezza di ciò che dice. Profetizzare, con malcelato compiacimento, il crollo delle tv tradizionali – che danno occupazione a migliaia di straordinari professionisti, che rappresentano un asset strategico per la nostra economia e un presidio fondamentale del pluralismo dell’informazione – risulta non solo inquietante, ma anche irricevibile. Oltre alle solite banalità populiste in relazione alla cancellazione (da tutti auspicata) della lottizzazione Rai – cosa che ci ricorda le promesse fatte da Renzi, che ha poi creato una Rai a sua immagine e somiglianza – Di Maio, neo-esperto in telecomunicazioni, ci dica quale idea avrebbe dell’auspicato rinnovamento totale.

su grillo

Il vicepremier sposa l’idea del suo guru Grillo che chiede la privatizzazione di due reti su tre? E il Di Maio di oggi che auspica una netflix come volano importante per rilanciare “l’industria culturale del nostro Paese” è quello che nei giorni scorsi ha dichiarato guerra alla nascente normativa europea sul copyright che questa “industria culturale” è volta a tutelare? Sembra che l’unica cosa di cui Di Maio sia profondamente a conoscenza in relazione al mondo delle telecomunicazioni, siano le telecamere davanti alle quali lanciare quotidianamente frasi a effetto per contrastare l’egemonia mediatica di Salvini”. Lo dichiara Federica Zanella, deputata di Forza Italia, già presidente del Corecom Lombardia.

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