MOSCA – Due parate di Akinfeev mandano la Russia in paradiso Una facile, con Koke che calcia centrale e a mezza altezza. L’altra clamorosa con il piede. Sbaglia Aspas, che aveva però quasi spiazzato il portiere russo. Sotto pressione per tutta la partita in un match che ha visto la Spagna dettare il ritmo, anche se di grosse occasioni se ne contano sulle dita di una mano.
Fino ai rigori
Alla fine premiata la costanza dei russi. Barricati per 120 minuti e caparbi dal dischetto. Senza sentire la fatica. Senza pressioni. E di fatto il paradosso è che David De Gea chiude praticamente la partita senza voto. Perché quello del Luzhniki è stato un match bloccato. Bloccatissimo. Con la Russia entra in campo con una difesa a cinque mascherata a tre. Con linee strettissime e senza dare nessuno sbocco alla Spagna. Nessun pressing. Nessuna difesa alta. Solo traiettorie di passaggio intasate e spagnoli sempre costretti all’orizzontalità. Tanti passaggi, tantissimi. Nel primo tempo la squadra di Hierro stabilisce addirittura il record storico di passaggi nei Mondiali dal 1966.
Equilibrio già all’intervallo
Equello che stupisce allora è più che altro che nei primi 45 minuti arrivino ben due gol. Anche se come ampiamente prevedibile entrambi sugli sviluppo di un calcio piazzato. Prima la punizione di Asensio e il movimento di Ramos sul secondo palo che propiziano l’autogol di Ignashevich. Poi l’ingenuità di Piqué, che nello sforzo di anticipare l’altissimo Dzyuba su un corner allarga troppo il braccio e concede il rigore alla Russia, che lo stesso Dzyuba non fallisce dal dischetto. Poi? Una ripresa dal ritmo leggermente più alto, ma senza quei due episodi che nei primi 45 minuti avevano rotto l’equilibrio. Isco continua a provarci da solo, e ottiene man forte solo da Iniesta che si avvicina al gol negli ultimi dieci minuti. In una ripresa dove i due Ct decidono di sostituire entrambe le prime punte: Dzyuba da una parte, Costa dall’altra, e chi entra non riesce a dare quel qualcosa in più che sia realmente decisivo in tutti i novanta minuti.
L’extra time
Nei supplementari poi, senza colpi di scena, stesso canovaccio. Col solo Rodrigo (ottimo il suo ingresso) a provarci nel secondo supplementare, trovando però i guantoni di Akinfeev a mettere il punto prima dei calci di rigore.