Tv, Gasparri (FI): aiutare informazione italiana contro colossi web

“Vedo che si riapre il dibattito sul futuro dell’informazione e dei mezzi di comunicazione. Che i colossi della rete stiano diventando protagonisti sulla scena mediatica è un dato evidente ed è quasi banale sottolinearlo.

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

Roma, 1 lug. (LaPresse) – “Vedo che si riapre il dibattito sul futuro dell’informazione e dei mezzi di comunicazione. Che i colossi della rete stiano diventando protagonisti sulla scena mediatica è un dato evidente ed è quasi banale sottolinearlo. Peraltro non c’è solo Netflix, c’è Amazon tv e ci sono altri colossi che, agendo in un regime di sostanziale esenzione fiscale planetaria, godono di un vantaggio nei confronti delle altre aziende mediatiche. Mi ha meravigliato, ad esempio, per affrontare un tema connesso, il fatto che il nuovo responsabile governativo dell’editoria abbia criticato le giuste iniziative europee, difese da Antonio Tajani, a tutela del diritto d’autore”. Lo dichiara in una nota il senatore Maurizio Gasparri (FI) spiegando che “oggi con la rete i prodotti, qualsiasi articolo o interi giornali, circolano liberamente sabotando aziende che per produrre quell’informazione devono affrontare dei costi, pagare stipendi, fare degli investimenti”.

Inoltre, continua Gasparri

“il saccheggio delle notizie facilita la diffusione delle fake news mescolando il vero con l’immaginario. La stessa cosa accade nel campo delle televisioni. Dissi anni fa che quelli che apparivano dei colossi in Italia erano dei nani nel mondo. E queste mie affermazioni oggi hanno ritrovato puntuale riscontro nella realtà. Le aziende italiane, sia pubbliche che private, vanno aiutate a crescere per poter affrontare le sfide dei mercati internazionali. Nei giorni scorsi, non a caso, alcuni rappresentanti di queste aziende hanno parlato delle iniziative europee per reggere la concorrenza degli altri colossi protagonisti della rete e della televisione via Internet. C’è insomma un percorso di modernità da affrontare, riqualificando il servizio pubblico e consentendo alle imprese private di esistere e di crescere. Tutto questo deve essere consentito combattendo ogni tipo di pirateria e di concorrenza sleale. Sia per quanto riguarda il mondo dell’editoria, che viene saccheggiato, sia per il mondo dei media che subisce la concorrenza sleale dei colossi della rete che non pagano tasse. C’è insomma molto da lavorare per difendere una presenza italiana ed europea”.

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