Pd, Cuperlo contro Lotti: “Affiancarlo a Martina? Non mi convincerebbe”

In vista del congresso di domani: "Dividerci le spoglie di ciò che è rimasto non ci porterà a nulla"

Foto LaPresse - Stefano Porta

ROMA – Equilibri instabili e aria tesa nel Pd. Gianni Cuperlo a gamba tesa contro l’ex ministro Luca Lotti“Lui come responsabile organizzazione del partito da affiancare a Maurizio Martina? No, non mi convincerebbe”. Parole forti quelle usate alla vigilia dell’assemblea nazionale del Pd. “Ma questo è del tutto irrilevante – aggiunge Cuperlo per stemperare a margine di un seminario alla Camera -. Ho l’impressione che corriamo il rischio della metafora del dito e della luna”.

Il ‘voto utile’ torna di moda

Per l’ex onorevole, membro del direttivo nazionale democrat, le questioni rilevanti sono comunque ben altre. “Abbiamo subito la sconfitta peggiore della storia e se è adesso la risposta che diamo è litigarci ciò che rimane delle spoglie di una grande ambizione non credo che andiamo lontano”. Insomma, il concetto di ‘voto utile’ si estende anche internamente, propagandosi come un mantra anche per scegliere il prossimo leader di partito.

Più diplomatico Orlando

Anche  il leader della sinistra Andrea Orlando ha dedicato una battuta all’assemblea di domani. “Azzerare la classe dirigente del Pd? Non so, questo lo deciderà il congresso. L’importante è dare il segno che si apre una fase assolutamente eccezionale e straordinaria. Di sicuro – ha aggiunto il deputato ed ex ministro della Giustizia – si deve aprire una fase di rapporto con la società, di iniziativa politica”.

Pareri forti di Cuperlo sul momento del partito

Già pochi giorni fa Cuperlo aveva commentato il declino del Pd. “I numeri sono spietati – aveva detto -. Dieci anni fa il Pd raccolse 12 milioni di voti, cinque anni dopo 8 milioni e mezzo, mentre il 4 marzo ci hanno votato 6 milioni di italiani. Se un decennio ti dimezza vuol dire che una parte del tuo mondo ha perso fiducia in te. Ma questo è solo un lato della medaglia. L’altro è nella incapacità di costruire un consenso più ampio. Perché se scavi nel risultato, ma anche se metti piede in un circolo, scopri che la tenuta è tra pensionati e lavoratori garantiti mentre vedi pochissimi di quelli che la recessione ha punito o espulso”.

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