FIRENZE (LaPresse) – Vittime Georgofili: Non vediamo tanta solerzia intorno a noi. “Secondo il tribunale di Sorveglianza di Roma il signor Marcello dell’Utri deve lasciare il carcere e tornare a casa. Non è certo la prima volta che un condannato lascia il carcere e torna a casa perché i tribunali ritengono stia male”. Anche per mancanza di giustizia, i nostri sopravvissuti alla strage di via dei Georgofili hanno una vita difficile. Fanno ogni giorno il conto con la causa effetto di 277 chili di tritolo e tanta solerzia intorno a noi non la vediamo. Neppure tanti dottori preposti, disposti a capire oltre ogni ragionevole dubbio che la strage terroristica eversiva lascia segni indelebili”.
Dell’Utri e la strage di Via Georgofili
Lo afferma, in una nota, Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, a proposito del differimento della pena accordato a Marcello Dell’Utri per motivi di salute. “In Italia il senso di giustizia è molto ampio quando si tratta del reo e finisce là dove iniziano i calvari delle vittime”. Maggiani Chelli, sottoline che “resta il fatto che sono 25 anni che aspettiamo di sapere chi è ‘salito sul carro’ di Riina mentre era in corsa per trattare sulla pelle dei nostri figli l’abolizione di norme contro la mafia, come la certezza della pena”.