Viaggio nella Maddalena, ad Aversa un patrimonio da recuperare – PHOTOGALLERY

L’ex manicomio di Aversa al centro di un progetto di bonifica e restauro

AVERSA – La Maddalena fu fortemente voluta da Carlo I d’Angiò che, nel 1269, la utilizzò come complesso da destinare all’accoglienza dei lebbrosi. Secoli dopo venne acquisita a pieno titolo dai frati francescani che lo utilizzarono come struttura religiosa sino ai primi dell’Ottocento. Poi nel 1813 Gioacchino Murat, investito della carica di re di Napoli un lustro prima per volontà di Napoleone, decise di fondarci la “Real Casa de’ Matti”: il pr

imo ospedale psichiatrico italiano, punto di riferimento per le successive strutture nazionali e internazionali. La stessa destinazione d’uso che il complesso ha mantenuto sino al 1978 quando, la legge Basaglia, ordinò la chiusura di tutti i manicomi italiani.

Il fascino della storia

E’ questa la parabola del complesso “Santa Maria Maddalena” la cui storia, anno dopo anno, si è intrecciata col territorio e con le sue storie di religione e scienza fino ad essere nuovamente oggetto d’attenzione da parte dell’amministrazione e degli enti sovracomunali. Percorrendo il viale alberato che conduce all’interno della struttura si può avere contezza degli interventi necessari. La Maddalena ospita un archivio storico ed una biblioteca parzialmente catalogati: oltre 40mila vecchie cartelle cliniche di pazienti illustri, pittori e intellettuali del tempo, ma anche di persone comuni, che vengono conservate all’interno dei faldoni dove è possibile ripercorrere la storia di numerosi cittadini normanni.

Suggestiva anche l’area esterna

Proseguendo oltre ci si ritrova nell’area esterna dell’edificio: i giardini che conducono il visitatore nei pressi dell’originaria Chiesa già preannunciano, in qualche modo, lo spettacolo finale. Un chiostro con al centro un pozzetto rinascimentale e numerosi affreschi, ormai stinti, decorano le navate. La struttura ecclesiastica, invece, è interdetta al pubblico e gli stessi ingressi sono stati recentemente murati.

L’intervento del sindaco de Cristofaro

Uscendo dalla struttura c’è poi tutta l’area verde che negli ultimi mesi è stata oggetto di bonifica da parte degli amministratori locali. “Gli esterni hanno conosciuto numerosi risanamenti, in primis da parte del Fondo ambientale italiano (Fai) – ha detto il sindaco Enrico de Cristofaro – Poi Campania Ambiente che, insieme all’assessorato al ramo, si è messa al lavoro per il futuro del complesso. Abbiamo bonificato uno spazio impervio. C’erano erbacce, animali, rifiuti, addirittura due roulotte con masserizie e persone che vivevano in questi spazi”.

I contatti con l’Asl

“Siamo in contatto con i dirigenti dell’Asl per cercare di capire come intervenire concretamente e di concerto per la rimettere a nuovo la meravigliosa struttura che condividiamo. Il complesso Leonardo Bianchi è stato acquistato qualche anno fa dall’amministrazione Ciaramella – ha continuato de Cristofaro – a cui siamo grati. Quello che abbiamo fatto su quest’area è un lavoro eccezionale. Basta metterci l’impegno, il cuore e l’anima per risolvere i problemi della nostra una città. E noi ce la stiamo mettendo davvero tutta per restituire questo bene ai cittadini”.

Uno sguardo al futuro

I progetti per il futuro del complesso sono molteplici. “L’area rientra nelle iniziative previste dal Programma Integrato Città Sostenibile (Pics) e fa riferimento al parametro più alto, quello che fissa il tetto al 40%. Ciò vuol dire che ci saranno dei fondi importanti da destinare alla struttura. Proveremo a risanarla insieme alla Regione Campania per recuperare l’intera area”, ha chiosato il sindaco normanno. La stessa Asl Caserta 2 si affaccia negli spazi esterni della struttura. “Un edificio che, per il periodo storico in cui fu realizzato – dichiara il sindaco – viene annoverato fra quelli all’avanguardia. Una vera e propria opera di architettura moderna”. Il complesso ospita anche il Sert, la fattoria sociale “Fuori di Zucca”, che si occupa della coltivazione di prodotti senza pesticidi e senza altri additivi, ed un’associazione di volontari dedita alla cura degli animali abbandonati.

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