PERUGIA (LaPresse) – Uomo sequestrato e torturato: 3 arresti, si indaga sul movente. Tre uomini di origine pakistana sono stati arrestati dalla polizia di Perugia per aver sequestrato e picchiato un loro connazionale. A ricostruire l’episodio sono stati gli agenti della polizia stradale di Città di Castello. Nel primo pomeriggio di ieri, lungo la SS E45, hanno fermato per un controllo di routine un’auto con a bordo 4 cittadini pakistani.
I poliziotti, insospettiti dal fatto che uno dei passeggeri presentasse evidenti lesioni al volto, apparentemente non riconducibili a cause accidentali o ad atti di autolesionismo, e non parlasse, hanno deciso di approfondire gli accertamenti con l’aiuto della pattuglia del commissariato di zona. Dopo un controllo in pronto soccorso, è risultato che le ferite riportate dall’uomo non fossero di natura accidentale ma gli fossero state procurate. Separato dal resto del gruppo e interrogato dai poliziotti, il cittadino pakistano ha raccontato di essere stato rapito e picchiato dagli altri passeggeri.
Uomo pakistano sequestrato e torturato da suoi connazionali
Nello specifico, la sera prima, mentre si trovava al lavoro in un kebab di Ravenna, con una scusa era stato fatto salire a bordo di un’auto, con gli altri tre connazionali. Lo hanno sequestrato e lo hanno picchiato ripetutamente per ore. In un momento successivo, l’uomo era stato portato ad Arezzo in un altro appartamento non meglio indicato, dove era stato picchiato ancora. Fatto salire nuovamente a bordo della vettura e fatto cambiare i vestiti, era stato poi riportato a Ravenna.
Gli accertamenti condotti dalla squadra mobile di Arezzo hanno permesso di individuare l’appartamento dove l’uomo era stato portato. Al suo interno sono state trovate delle carte sporche di sangue e una pistola giocattolo. Verosimilmente utilizzata per intimorire e percuotere la vittima. Nell’auto sono stati invece rinvenuti un coltello, dei vestiti sporchi di sangue ed altri oggetti. Tra cui un arnese in legno ed un chiave svitabulloni. I tre uomini sono stati portati in carcere. Mentre sono ancora in corso gli accertamenti per appurare il contesto in cui inquadrare l’episodio.