di Dario Borriello
ROMA (LaPresse) – Un colpo di fioretto, non violento ma ben assestato. Alla sua prima da viceré di Forza Italia, Antonio Tajani mette nel mirino la maggioranza giallo-verde. Ma stavolta decide di non risparmiare il sodale di centrodestra, Matteo Salvini. La linea degli azzurri non cambia, sia chiaro: l’avversario è e resta il Movimento 5 Stelle, adesso però chiede alla Lega segnali di ‘discontinuità’ rispetto agli alleati di governo. O almeno che il Carroccio provi a smarcarsi sui temi condivisi.
Il presidente del Parlamento europeo si cala subito nella veste politica
L’occasione la fornisce il decreto Dignità, che sta affrontando il suo primo passaggio parlamentare alla Camera. Con tanto di scrematura degli emendamenti e polemiche per i ritmi incalzanti imposti dalle truppe pentastellate di Luigi Di Maio. Forza Italia si è vista respingere al mittente misure che ritiene importantissime. Come il primo approccio alla flat tax, l’accesso al credito per le piccole e medie imprese o il depotenziamento della direttiva Ue Bolkestein. Impegni che facevano parte degli accordi interni al centrodestra, ma che il Carroccio ha permesso ai Cinquestelle di riporli in un cassetto.
Un atteggiamento non gradito al Cavaliere e ai suoi, che stavolta non incassano in silenzio il colpo, ma reagiscono. Con una conferenza stampa ufficiale. “L’alleanza non è in discussione”, spiega Tajani puntellando giunte regionali e comunali guidate dalla coalizione. Però, se la Lega devierà troppo dai binari del centrodestra, fino addirittura a deragliare, “saranno gli elettori a punirla”, affonda il vice di Silvio Berlusconi.
Più ‘soft’, ma non meno efficace anche la stoccata di Mariastella Gelmini
Il capogruppo azzurro alla Camera, prende a picconate il decreto Dignità e qualche scheggia inevitabilmente finisce sul portone di via Bellerio. “Ci auguriamo che gli amici leghisti capiscano che non c’è solo il problema dell’immigrazione, che è sì importante, ma non l’unico. In Italia c’è anche un problema lavoro”. Toni simili anche per il presidente dei senatori di FI, Anna Maria Bernini: “Da questo governo a trazione grillina ci sono soltanto bugie. Sono tutte balle: non si farà la flat tax, non si farà il reddito di cittadinanza”, dice con voce spazientita.
Il vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, poi lancia la sfida al governo sulle misure per incentivare l’occupazione femminile al Sud. E ovviamente nella partita coinvolge anche “gli amici della Lega”, invitandoli a “darci una mano per approvarle”. Al momento, però, l’unica ‘vittoria’ seppur parziale (e virtuale fino all’approvazione del decreto) è quella di aver ottenuto dalla maggioranza l’accantonamento degli emendamenti sulla compensazione tra debiti e crediti con la Pubblica amministrazione per imprese e professionisti. Tema su cui, però, sta già mettendo il cappello il M5S. Con buona pace del Carroccio.