Milano, 25 lug. (LaPresse) – Ogni tre minuti, una ragazza fra i 15 e i 19 anni viene infettata dal virus dell’Hiv, che causa l’Aids. È quanto afferma l’Unicef, che in un report dal titolo ‘Donne’: al centro della risposta all’HIV per i bambini’ lancia l’allarme su una “crisi” di sanità pubblica dimenticata. Inoltre sottolinea come adolescenti di sesso femminile e giovani donne costituiscano i due terzi delle persone fra i 15 e i 19 anni infettate dall’Hiv nel 2017. I dati sono stati svelati in occasione della 22esima Conferenza internazionale sull’Aids ad Amsterdam. “Nel 2017, ogni ora, circa 30 adolescenti sono stati contagiati da HIV. Di questi due terzi sono ragazze”, scrive Unicef. Nel report, l’agenzia Onu per la tutela dell’infanzia riferisce che nel 2017 sono 130mila i bambini e adolescenti sotto i 19 anni che sono morti a causa dell’Aids. Mentre 430mila hanno contratto il virus dell’Hiv.
lo studio
Il rapporto rileva che gli adolescenti continuano a sopportare il peso di questa epidemia e che i progressi del mondo fatti negli ultimi 20 anni per affrontare l’epidemia di Aids stanno rallentando. Il rapporto mostra che: in primo luogo gli adolescenti tra i 10 e i 19 anni rappresentano circa i due terzi dei 3 milioni di persone che vivono con Hiv. In secondo luogo che, dal 2010, le morti per tutti gli altri gruppi di età, compresi gli adulti, sono diminuite. Tra gli adolescenti (15- 19 anni) non ci sono state riduzioni. In terzo luogo che nel 2017 circa 1,2 milioni di adolescenti tra i 15 e i 19 anni vivevano con Hiv, 3 su 5 erano ragazze. “La diffusione dell’epidemia tra le ragazze adolescenti è alimentata da rapporti sessuali precoci. Anche con uomini più grandi, da rapporti sessuali forzati, dalla povertà e dalla mancanza di accesso a servizi di consulenza e di test riservati”, scrive Unicef. “Dobbiamo rendere le ragazze e le donne abbastanza sicure economicamente così che non debbano ricorrere alla prostituzione. Dobbiamo essere sicuri che abbiano le giuste informazioni su come si trasmette l’Hiv e come proteggersi”. Ha dichiarato Angelique Kidjo, ambasciatore di buona volontà dell’Unicef, in un contributo presente nel rapporto. “E, certamente, dobbiamo assicurare loro accesso a ogni servizio o medicina di cui abbiamo bisogno per rimanere in salute. Dobbiamo favorire soprattutto l’empowerment delle donne e delle ragazze. Inoltre l’istruzione spesso è la strada migliore”, aggiunge.