BERLINO (GERMANIA) (LaPresse/Afp) – Il numero uno della Dfb, la Federcalcio tedesca, Reinhard Grindel, ha respinto le accuse di razzismo sollevate da Mesut Ozil. Pur ammettendo che avrebbe dovuto fare di più per proteggere il centrocampista dalla discriminazione. Il giocatore dell’Arsenal, di origini turche, ha recentemente annunciato l’intenzione di lasciare la nazionale attaccando la federazione: “Agli occhi di Grindel e dei suoi sostenitori, io sono tedesco quando vinciamo. Ma sono un immigrato quando perdiamo“. Ma il presidente della Dfb ha respinto l’accusa e non ha ceduto alle tante voci che chiedono le sue dimissioni. “La critica personale mi ha colpito“, ha spiegato. “Ma sono ancora più dispiaciuto per i miei colleghi, per le molte persone che lavorano su base volontaria e per i dipendenti della Dfb che sono stati bollati in relazione al razzismo. Personalmente e a nome della federazione, lo respingo fermamente“.
Grindel ha tuttavia riconosciuto che avrebbe dovuto intervenire fermamente per porre fine agli attacchi ad Ozil
“Con il senno di poi, avrei dovuto dire chiaramente ciò che è ovvio per me e tutta la federazione. Ogni forma di ostilità razzista è insopportabile ed inaccettabile e non può essere tollerata. Questo è valido nel caso di Jerome Boateng, che è valido per Mesut Ozil, e valido anche per tutti i giocatori originari di un altro paese“, ha detto. “Dobbiamo portare il dibattito in corso sull’integrazione come un’opportunità per sviluppare il nostro lavoro in questo settore e per chiederci dove e come possiamo dare nuovo slancio“, ha proseguito Grindel.