ROMA (LaPresse) – Sui vaccini si consuma l’ennesimo scontro tra maggioranza e opposizione. ‘Galeotti’ sono gli emendamenti targati Lega e M5S al decreto Milleproroghe che fanno slittare al prossimo anno scolastico l’obbligo di presentare la documentazione sul piano vaccinale per l’accesso dei bimbi alle scuole materne. Misura che ha avuto il via libera in commissione Affari costituzionali (in piena notte) prima, e dell’aula del Senato poi.
Scintille tra M5S e Pd
Proprio nell’emiciclo di Palazzo Madama va in scena un botta e risposta infuocato tra la senatrice M5S Paola Taverna e gli esponenti del Partito democratico. “Vogliamo permettere alle famiglie che hanno intenzione di vaccinare i propri figli in ambienti che siano in grado di accogliere i bambini, e non, come accade oggi, dove i centri vaccinali sono simili più a quelli dove si mandano le bestie”, ha detto nel suo intervento la vicepresidente di Palazzo Madama. “Questo è frutto di una politica sanitaria che in 5 anni ha visto togliere più di 4 miliardi al Servizio sanitario nazionale, perché forse per il Pd prioritarie erano le banche”, ha affondato la ‘pasionaria’ pentastellata.
L’acceso dibattito
Frasi, queste, che hanno fatto scattare i democratici dai loro scranni, iniziando a urlare e inveire contro Taverna, tanto da costringere il presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati a ricordare che “ognuno è libero di esprimere la propria opinione” senza per questo “creare sempre una bagarre”. Stando però a ciò che dice il senatore di Forza Italia Massimo Mallegni, l’esponente Cinquestelle sarebbe andata ben oltre il limite, arrivando addirittura a mandare… ‘al diavolo’ i colleghi. Un gesto che non è stato notato dai banchi della Presidenza del Senato, ma che Casellati approfondirà, perché la vicepresidente Taverna “ha un ruolo istituzionale che non glielo consente”. Chi invece ha detto un no “indignato” è Elena Fattori del M5s, che aveva chiesto più volte al suo gruppo di cambiare opinione sul tema dei vaccini.
Il decreto Milleproroghe nel dettaglio
Entrando nel merito del decreto Milleproroghe, tra i provvedimenti approvati finora spiccano quelli sulle partecipate. La cui razionalizzazione è stata rinviata al 31 marzo 2019. O il ‘disinnesco’ della riforma delle intercettazioni voluta dall’ex Guardasigilli, Andrea Orlando. Slitta al 1° luglio 2020 anche il passaggio al mercato tutelato per le forniture di gas ed elettricità. Mentre avranno tempo fino al 2019 le emittenti radiofoniche e televisive locali per l’accesso ai contribuiti pubblici.
Le aree colpite dal terremoto
Nel testo c’è spazio anche per le zone del Centro-Italia colpite dal terremoto del 2016. Per i cittadini di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria passano al 1° gennaio 2020 i termini di sospensione del pagamento delle fatture relative ai servizi energetici ed idrici, assicurazioni e telefonia. Agevolazione estesa anche ai comuni di Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio di Ischia, ‘ferite’ dal terremoto del 21 agosto 2017 a Ischia. C’è il disco verde pure alla proroga al 31 dicembre 2018 della verifica di vulnerabilità sismica degli immobili scolastici.
La proposta della Lega
Su proposta della Lega, poi, scivolano al prossimo anno gli aumenti per sigarette elettroniche, pezzi di ricambio e liquidi. La maggioranza conferma poi la diluizione dei termini relativi ai processi di riforma delle banche popolari e delle banche di credito cooperativo (Bcc), avviati dai governi Renzi e Gentiloni. E viene prorogata per tutto il 2018 la partecipazione italiana all’aumento di capitale della Banca africana di sviluppo. Ok anche all’emendamento che consente di allungare il piano di ammortamento dei mutui e dei finanziamenti per le famiglie e le piccole e medie imprese.
Election day
Infine, via libera al 31 ottobre 2018 come election day per le Province (saranno eleggibili anche i sindaci il cui mandato scada non prima di 12 mesi dalla data di svolgimento delle elezioni). E ad“ulteriori spazi finanziari” per le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano a favore degli enti locali dei loro territori. Buone notizie per gli aspiranti avvocati. L’entrata in vigore della riforma che cambia l’esame di abilitazione alla professione forense slitta alla sessione 2019. Da lunedì 6 riprenderanno le votazioni sul Milleproroghe al Senato, i tempi saranno strettissimi per far spazio al decreto Dignità, appena arrivato dalla Camera. Prima di Ferragosto il governo vuole chiudere ogni ‘pendenza’.
di Dario Borriello