Argentina, respinta la legge per legalizzare l’aborto. Scontri e proteste a Buenos Aires

Il Senato ha respinto il provvedimento approvato a giugno dalla Camera. Trentotto i voti contrari, favorevoli solo trentuno.

LP _ ALBERTO RAGGIO / AFP

BUENOS AIRES – Giornata nera per le donne argentine, che si vedono oggi negare un diritto sacrosanto, quello di abortire. Il Senato dell’Argentina ha infatti bocciato la proposta di legge per la legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza. Il provvedimento a giugno era stata approvato dalla Camera, ma una volta presentato al Senato, non è passato. Trentotto i voti contrari, favorevoli solo 31.
Permane dunque nel paese una normativa obsoleta che si rifà al codice penale del 1921. Un testo che autorizza l’aborto solo quando la gravidanza è conseguenza di uno stupro o in caso la madre sia a rischio di vita.

Argentina, l’aborto resta fuori legge

La legge che avrebbe reso l’aborto legale, sicuro e gratuito entro la quattordicesima settimana non è passata. Il provvedimento avrebbe dunque consentito alle donne argentine di abortire fino al terzo mese di gravidanza e oltre solo in tre casi: stupro, pericolo per la vita della donna e gravi malformazioni fetali.

Il no era ampiamente previsto dal paese. Il Senato, dopo un lungo dibattito durato fino a tarda notte, ha infine votato per la “difesa della vita fin dalla concezione”, sposando la causa cattolica. Oltre alle motivazioni ideologiche, tra le considerazioni che hanno portato a dire no all’aborto legale è stato rivendicato anche l’elevato costo che la sua applicazione comporterebbe per le casse dello Stato.

Le donne in piazza per protestare

Subito dopo la bocciatura è scoppiato il caos nelle piazza della capitale. Gruppi di militanti favorevoli alla legge ha sfidato i manifestanti pro-life, lanciando contro di loro bottiglie e oggetti. La polizia è intervenuto con gas lacrimogeni. Negli scontro una persona è rimasta ferita. In numero minore, invece, si sono riuniti davanti al Congresso di Buenos Aires i movimenti contrari all’aborto, che hanno accolto il no del Senato con fuochi d’artificio.

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