Milleproroghe, Morani (Pd): “Dal capogruppo della Lega Molinari parole in malafede”

"Con le accuse di oggi al Pd il capogruppo della Lega Molinari aggiunge al pesante danno a molte periferie italiane la beffa di una spiegazione chiaramente in malafede"

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA (LaPresse) – Milleproroghe, Morani (Pd): “Dal capogruppo della Lega Molinari parole in malafede”. “Con le accuse di oggi al Pd il capogruppo della Lega Molinari aggiunge al pesante danno a molte periferie italiane la beffa di una spiegazione chiaramente in malafede”. Lo dichiara Alessia Morani, della presidenza del gruppo Pd alla Camera a proposito delle dichiarazioni del capogruppo della Lega Molinari suo Milleproroghe.

Le dichiarazioni di Morani sulla questione milleproroghe

“Le sentenze a cui – spiega Morani – fa riferimento non dicono affatto quel che Molinari afferma. La Consulta ha chiarito due elementi: uno di carattere procedurale sulla necessità di un’intesa con le regioni rispetto alla decisione di spesa. Il secondo riguarda invece il rapporto tra il vincolo di pareggio e l’entità che deve garantirlo. Stabilendo che laddove l’ente locale non lo raggiunga deve subentrare lo Stato”.

“Solo slogan dalla Lega”

“Come abbia fatto Molinari a capire che queste due sentenze autorizzano il taglio dei fondi alle periferie, non si sa. Si sa, però, quale sia la motivazione del taglio: recuperare risorse, da aggiungere magari a quelle di tutte le grandi opere come la Tav che stanno bloccando. Con buona pace degli abitanti di 296 periferie italiane, che grazie alla decisione del governo scopriranno che i proclami della campagna elettorale sulla speciale attenzione che Lega e M5s avrebbero dedicato alle zone più problematiche, erano appunto solo slogan”.

“Il capogruppo condannato per peculato fa solo ridere”

“In ogni caso il capogruppo della Lega, condannato in appello per peculato, che parla di spreco di soldi pubblici fa sinceramente ridere. Prima faccia in modo che il suo partito restituisca i 49 milioni di euro sottratti allo Stato, e solo dopo si avventori in dichiarazioni che suonano come delle intollerabili provocazioni”, conclude

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