Giovanni Toti: “Il centrodestra deve capire che si è chiusa un’epoca”

Non una critica a Berlusconi, chiarisce, "ma pensare di affrontare il mondo del 2018 con gli schemi del 1994 è faticoso e probabilmente inutile"

Foto Guberti / Rasero / LaPresse

ROMA (LaPresse) – “Il centrodestra ha tutto lo spazio per recuperare il dialogo, ma a una condizione. Dobbiamo renderci conto che si è chiusa un’epoca e se ne è aperta un’altra. D’altro canto, le tensioni che ci sono, e non solo in Abruzzo, sono un sintomo e non la malattia“. Così Giovanni Toti, alto dirigente di Forza Italia e governatore della Liguria, intervistato dal Corriere della Sera.

Non una critica a Berlusconi, chiarisce, “ma pensare di affrontare il mondo del 2018 con gli schemi del 1994 è faticoso e probabilmente inutile. Forza Italia ha bisogno di cambiamenti profondi“.

Difficilmente riusciremo a far tornare a casa chi ci ha abbandonato se non cambiano le cose – aggiunge -. La mia idea è un Pdl 4.0. che chiarisca la sua collocazione a destra e l’alleanza strategica con la Lega. Se non faremo così, regaleremo il Carroccio ai grillini“.

“Non è una questione di nomi e di facce. Ma di metodo e perimetro. È secondario scegliere Antonio Tajani, Adriano Galliani o Giovanni Toti”

Il tema è come vengono selezionati e con quale scopo. Da qualche mese si parla di profondo rinnovamento per fare ritornare Forza Italia l’ala moderata del centrodestra. Bene, sono d’accordo. Ma per farlo davvero occorrono congressi veri, basati non sulle tessere ma sul coinvolgimento degli amministratori locali e dei militanti”.

Faccio parte della commissione che dovrà stabilire le regole. Ecco le mie regole sono semplici – evidenzia – niente urne ad hoc, niente tessere, niente rendite di posizione. Per metà gli organismi dirigenti, sia essi comunali, provinciali e regionali e anche nazionali dovranno essere scelti dagli amministratori ma anche dalle liste civiche che si riconoscono nel centrodestra moderato. E per l’altra metà dagli elettori che vogliano dire la propria”.

Chiamiamole primarie, chiamiamole assemblee aperte – spiega -. Questo è l’unico modo per mettere tutto in discussione“.

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