ROMA (LaPresse) – L’annuncio del ministro della Difesa Elisabetta Trenta: più caserme al Sud. Il piano dopo l’ondata di suicidi tra i militari: previsti anche psicologi e ricongiungimenti più facili con le famiglie. “Occorre lavorare duramente per stare più vicino ai nostri militari e alle loro famiglie”, afferma in un colloquio con Il Messaggero.
“Iniziando a incrementare il lavoro degli psicologi al fianco dei nostri soldati“. Oltre a un piano per aumentare le ore e i colloqui di “supporto“, il ministro indica che “la strada è lunga ma occorre intraprenderla se vogliamo davvero cambiare le cose“. “La maggior parte dei nostri soldati proviene dal Sud e gran parte delle nostre caserme sono al Nord”.
“Ma il nemico non viene più dalle Alpi. Oggi le dinamiche sono più complesse e dobbiamo riadattare lo strumento della Difesa alle nuove minacce e ai nuovi sviluppi”
Il ministro punta quindi al riordino delle caserme “che passa prima per un accurato monitoraggio“, e a favorire dunque “i ricongiungimenti familiari“. Inoltre l’intenzione è di intensificare i controlli, avviando un processo sistematico di ascolto e supporto dei militari. Il ministro avverte inoltre che “bisogna fermare qualsiasi strumentalizzazione che accomuna tragedie del genere alle condizioni di lavoro dei nostri militari“, poiché “chi porta avanti tali tesi compie un vero e proprio atto di sciacallaggio nei confronti della vittima e della sua famiglia, già profondamente colpita dal dolore“. Infine lo stop alla proposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini del ripristino della leva obbligatoria: “Ha una visione romantica: i soldati oggi devono essere professionisti“.