Milano, 13 ago. (AWE/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso la prima seduta della settimana di Ferragosto in calo, proseguendo i ribassi della scorsa ottava. Tuttavia il listino milanese è riuscito a limitare i danni e terminare lontano dai minimi di giornata, grazie all’andamento positivo di Wall Street. Dopo aver toccato un minimo intraday a 20.886, che corrisponde con i minimi 2018, l’indice Ftse Mib ha recuperato e sul finale ha segnato un ribasso dello 0,58% a 20.969,26 punti, perdendo per un soffio la soglia psicologica dei 21.000 punti. A riaccendersi è però la febbre dello spread, che chiude a quota 278,8 punti base. Col rendimento del Btp che si porta fino al 3,1% sul mercato secondario. Nel corso della giornata il differenziale si è avvicinato pericolosamente ai picchi toccati il 29 maggio (quando arrivò a 287 punti base) all’apice della crisi politica.
i dettagli
A soffrire, in questo contesto, sono ancora una volta le banche che vedono i loro titoli in calo. La performance peggiore è quella Banco Bpm, con un -3,01% a 2,24 euro. Seguono a ruota Ubi Banca (-2,89% a 3,39 euro) e Unicredit (-2,58% a 13,34 euro), su cui pesano anche i timori per la forte esposizione in Turchia. Male anche Leonardo (-2,66%). Secondo indiscrezioni di stampa, il gruppo italiano sarebbe in svantaggio nella gara per il contratto T-X per l’acquisto di 350 aerei addestratori da parte dell’aviazione americana. I competitors nella gara sono Boeing e Lockheed Martin. Tra gli acquisti, invece, si è distinta Moncler che ha incassato un +2,72% a 38,08 euro. Bene anche Azimut, che a guadagnato il 2,4% in scia ad alcune speculazioni della stampa italiana circa un interesse di Mediobanca per la società. Secondo tali indiscrezioni sarebbe Mediobanca ad essere interessata ad Azimut e l’operazione potrebbe prendere forma di Opas. Chiudendo sull’oil&gas, si registrano poi la chiusura sulla parità di Eni (+0,01% a 15,958 euro) e quella in rosso di Tenaris (-0,93% a 14,94 euro), mentre Saipem guadagna lo 0,61% a 4,46 euro. Oggi l’Opec ha leggermente rivisto al ribasso la sua previsione sulla domanda mondiale di petrolio nel 2019, portandola a 32,05 milioni di barili al giorno.