Washington (Usa), 16 ago. (LaPresse/AFP) – “I giornalisti non sono il nemico”. Sotto attacco da mesi da parte di Donald Trump, che li definisce “fake news media”, oltre 350 giornali negli Stati Uniti hanno dato una risposta unitaria, pubblicando giovedì degli editoriali per insistere sull’importanza della libertà di stampa. Il tutto in risposta a un’iniziativa del Boston Globe, che aveva lanciato l’hashtag #EnemyofNone. Il riferimento è al fatto che il presidente Usa non esita a definire in pubblico i grandi media “nemico” o “nemico del popolo”. Ma il tycoon è tornato a ribadire le sue posizioni giovedì mattina: “I MEDIA FAKE NEWS SONO IL PARTITO D’OPPOSIZIONE”, ha scritto su Twitter. “È molto negativo per il nostro Grande Paese…MA STIAMO VINCENDO!”, ha aggiunto. “Oggi negli Stati Uniti abbiamo un presidente che ha creato un mantra secondo il quale tutti i media che non sostengono apertamente la politica dell’attuale amministrazione sono ‘il nemico del popolo'”. “È una delle numerose bugie diffuse dal nostro presidente come da un ciarlatano d’altri tempi che lancia polvere o acqua magica su una folla piena di speranza”. Prosegue il prestigioso quotidiano.
i precedenti
Il New York Times, spesso obiettivo delle invettive presidenziali, ha pubblicato un breve editoriale sotto il titolo a stampatello ‘LA STAMPA LIBERA HA BISOGNO DI VOI’. Ricorda che i cittadini hanno il diritto di criticare la stampa. ” Tuttavia ma insistere sul fatto che le verità che non piacciono sono ‘fake news’ è pericoloso per la democrazia”. Per i difensori della libertà di stampa, le dichiarazioni di Trump minacciano il ruolo di contro-potere dei media. Inoltre vanno contro il primo emendamento della Costituzione. Questo garantisce la libertà di espressione e tutela i giornalisti. “Non credo che la stampa possa restare senza fare nulla e subire, deve difendersi quando l’uomo più potente del mondo prova a indebolire il primo emendamento”, afferma Ken Paulson, ex capo-redattore di USA Today. Inoltre e uno dei responsabili di Newseum, il museo dell’informazione a Washington. Ma relativizza al tempo stesso l’efficacia di questa campagna di sensibilizzazione, sottolineando che chi legge questi editoriali non ha bisogno di essere convinta. Per i sostenitori della causa, tuttavia, la posta in gioco è troppo alta per accettare che le affermazioni dell’inquilino della Casa Bianca restino fuori controllo: alcuni ritengono che le sue dichiarazioni possono avere alimentato un clima di ostilità.