ROMA – “La nave Diciotti attraccherà a Catania”. L’annuncio arriva direttamente dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. “I valorosi uomini della guardia costiera hanno compiuto il proprio dovere salvando vite umane ad appena 17 miglia da Lampedusa. Ora l’Europa faccia in fretta la propria parte”, conclude il ministro. Ma la vicenda della nave Diciotti, da 5 giorni in rada davanti alle coste di Lampedusa con a bordo 177 migranti, non si è ancora conclusa.
Il Viminale: “Senza risposte dall’Unione Europea nessuna autorizzazione”
Sembrava tutto risolto. Sembrava, appunto, perché c’era ancora un’altra pagina da scrivere. Non passano neanche 60 minuti e il ministro dell’Interno Matteo Salvini fa sapere attraverso fonti del Viminale che non ha dato, e non ha intenzione di dare, alcuna autorizzazione all’attracco finché non avrà certezza che i migranti a bordo andranno altrove. “O l’Europa si ricorda di esistere o l’Italia la smetterà di essere il campo profughi dove tutti arrivano e tutti rimangono e gli italiani pagano”, aveva appunto detto in mattinata Salvini in visita a Milano all’Opera Cardinal Ferrari Onlus. Dal Viminale infatti sottolineano che si attendono risposte dall’Europa. Fino a quel momento, dalla Diciotti non scenderà nessuno. Inizialmente la nave sembrava destinata al porto di Pozzallo. Ma già il sindaco Roberto Ammatuna stamattina aveva negato “la rotta verso la nostra città”.
UE al lavoro per trovare una soluzione al braccio di ferro con l’Italia
“Siamo al lavoro per trovare una soluzione, la più rapida possibile. Siamo stati contattati dalle autorità italiane e stiamo contattando gli Stati membri”. Così Tove Ernst, della Commissione europea per la migrazione. Nessun commento invece sull’ipotesi ventilata da Matteo Salvini di riportare i migranti in Libia senza una soluzione condivisa. “Non commentiamo scenari ipotetici”, ha detto. Insomma, il caso della nave Diciotti si è trasformato in un braccio di ferro tra l’Unione Europea e l’Italia.