Il Governo studia il dopo-Benetton: tra Anas, commissariamento e newco. Il procuratore: acquisiremo la relazione di febbraio. Ferrazza rischia il posto

Le tre strade per raggiungere l'obiettivo della nazionalizzazione. La priorità ora è annullare la convenzione con la società controllata da Atlantia

Foto Stefano Cavicchi/LaPresse

ROMA – Il Governo, soprattutto l’ala grillina, ci ha messo la faccia. Nessun passo indietro, non si può più: ad Autostrade per l’Italia vanno tolte le concessioni per ‘nazionalizzare’. Nonostante il freno a mano tirato da Giancarlo Giorgetti, la parte razionale della Lega.

Mettere alla porta l’universo Atlantia forse è la parte più semplice. Costruire il ‘dopo – Benetton’, invece, è il vero miracolo da realizzare. Nazionalizzare è l’obiettivo dei penta-leghisti . E per raggiungerlo al momento sono tre le strade possibili da percorre: creare ex novo una ‘Newco’, nominare un commissario e tirare in ballo l’Anas.

L’iter per la revoca

La procedura di revoca è stata avviata venerdì scorso. Il ministro Danilo Toninelli è al lavoro per evitare che lo Stato, per far sloggiare Atlantia, paghi l’indennizzo (da 20 miliardi) alla società. Il Mit fa leva sugli articoli 8,9 e 9 bis della convenzione firmata con Autostrade nel 2007 da attivare in caso di gravi inadempimenti da parte della ditta. Tra controdeduzioni, confronti e diffide la fine dei rapporti dovrebbe essere ratificata entro novembre.

Durante la fase di divorzio Autostrade avrebbe comunque l’obbligo di gestire l’ordinaria amministrazione fino al trasferimento della gestione. Il braccio di ferro, inoltre, stando a quanto sostenuto dal Governo, non interferirà neppure con il piano di aiuti (da mezzo miliardi) annunciato da Atlantia.

La Procura acquisirà la relazione di febbraio

Mentre il Governo è al lavoro per ‘liberarsi’ di Autostrade, la Procura è impegnata su un altro fronte: individuare penalmente i responsabili della tragedia. Francesco Cozzi, numero uno degli inquirenti di Genova, ha annunciato che acquisirà la relazione dello scorso febbraio sull’usura degli stralli.

A produrre quel documento fu l’incontro tra il Provveditorato alle opere pubbliche e Autostrade per l’Italia.

L’atto, stando a quanto diffuso da L’Espresso, fu firmato anche da Roberto Ferrazza, attuale capo della commissione ispettiva del Mit incaricata di far luce sulle cause del crollo. Durante la riunione di cinque mesi fa il provveditorato rilasciò parere obbligatorio sul progetto di ristrutturazione presentata da Autostrade.

Adesso servirà comprendere quanto e in che misura l’usura degli stralli, evidenziata in quell’incontro, abbia contribuito nel disastro del 14 agosto scorso. Toninelli sta valutando la rimozione di Ferrazza dalla commissione.

L’intervento di Delrio

Sulla relazione di febbraio, che la Procura è intenzionata ad acquisire, è intervenuto anche Graziano Delrio, all’epoca ministro dei Trasporti: “Mai ricevuto segnalazioni, si tratta di lavori tecnici”.

Intanto il ponte continua a scricchiolare. I rumori lasciano presagire un possibile e ulteriore cedimento. Per tale ragione è stata sospesa l’attività di recupero dei beni nelle case evacuate. E’ vietato il transito nella ‘zona rossa’, situata sotto ciò che resta del viadotto, anche ai mezzi di soccorso

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