Codacons con Salvini e provoca la Procura: indaghi i commissari Ue. Brunetta dalla parte del leghista: “Le linee politiche non si processano”

Caso Diciotti, Brunetta parla di invasione di campo dei magistrati

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – La procura di Agrigento indaga Matteo Salvini e qualche giorno dopo arriva la provocazione del Codacons. Sotto inchiesta, secondo l’associazione, dovrebbero finirci pure i commissari Ue. In difesa del leghista, inoltre, non è intervenuto solo il vicepremier Luigi Di Maio, ma anche Renato Brunetta di Forza Italia.

Due pesi due misure

Sulla vicenda Diciotti il Codacons chiede che lo stesso trattamento riservato a Salvini (inquisito per sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale) venga applicato ai commissari europei.

“Pur nel massimo rispetto per il lavoro dei magistrati – si legge in una nota – ci chiediamo come mai in questi anni nessuna indagine è stata avviata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a carico di politici”. 

“Come mai, oggi, –  prosegue il comunicato – come viene indagato un ministro, non si indagano anche i commissari Ue che dopo un accordo sul riparto degli sbarcati tra i vari paesi dell’Unione, hanno rifiutato di accogliere anche un solo migrante?“.

E ancora secondo il Codacons “se un reato è stato commesso dal ministro dell’Interno si rende necessario che vengano indagati in concorso tutti i responsabili diretti ed indiretti o comunque istigatori dei gravi reati addebitati a Salvini. Aprire un procedimento penale contro i commissari UE darebbe un forte segnale”.

L’indignazione di Brunetta

Il deputato forzista Renato Brunetta rompe gli indugi e si schiera apertamente dalla parte di Salvini. Non lo fa con una richiesta provocatoria come quella del Codacons, ma attraverso una riflessione politica in salsa garantista.

“Le linee politiche non si processano – ammonisce l’azzurro – può farlo solo il popolo sovrano. Noi come Forza Italia siamo garantisti e pensiamo sia una  invasione di campo. Non credo che Salvini abbia violato la legge. Io sono con lui, poi può aver fatto errori, nella fase finale ad esempio avrei usato più flessibilità. Ma sull’immigrazione la sua è la nostra linea, fermo restando che la via d’uscita non può essere l’isolamento”.

La posizione scomoda di Di Maio

La richiesta del Codacons può essere un assist per il vicepremier Luigi Di Maio. Il grillino fin dal principio si è schierato con Salvini. Al momento, però, continua ad avere non poche difficoltà a coniugare la linea politica del M5S con quella del governo pentaleghista.

A rendergli la vita complicata c’è l’area ortodossa che con Roberto Fico, presidente della Camera ha preso le distanze dalla politica ‘dura’ del ministro dell’Interno sull’immigrazione.

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