Pd, Zingaretti fa le prove di larghe intese: “Sì alle alleanze, ma mai con i 5 Stelle”

Il governatore del Lazio ad Areadem: "Non è detto che tutto quello che non è con noi sia contro di noi. I grillini? Li ho già sconfitti due volte".

Zingaretti
Foto Fabrizio Corradetti/LaPresse

ROMA“Lungi da me porre il tema del nome del partito, sono d’accordo con Gentiloni. Voglio fare il segretario del Pd, il resto sono caricature. Denigrano chi esprime delle idee a prescindere dalle idee”. Nicola Zingaretti interviene così alla tre giorni di Areadem, la corrente di Dario Franceschini e Piero Fassino. Il governatore del Lazio si è soffermato in particolar modo tema delle alleanze politiche. Ad oggi quello delle larghe intese sembra l’unica alternativa per risollevare il consenso.

Nessuna alleanza con i 5 Stelle

“Dobbiamo recuperare il confronto delle idee – ha detto, aprendo alle diverse fazioni – basta con la denigrazione delle persone a prescindere dalle idee. E’ evidente che non voglio allearmi con i 5 Stelle, li ho sconfitti due volte. Ora voglio parlare con chi ci ha abbandonato, voglio capire perché. Dobbiamo combattere, altro che subalternità. E’ subalterno chi nella battaglia interna usa gli stessi strumenti che critichiamo nei cinquestelle”. Insomma, sì agli accordi, ma c’è un limite a tutto. Forse.

La politica del ‘Nazareno’ vale ancora: cercare nuove intese per rinascere

“Il Pd deve – ha sottolineato – essere mallevadore di nuove alleanze, non é vero che tutto ciò che non é Pd è nemico del Pd. Alleato é una bellissima parola”. “Sulla battaglia per le europee siamo tutti d’accordo, certo che bisogna allearsi – ha aggiunto –. Il congresso del partito ha senso se dice agli italiani ‘venite a rigenerare un pensiero democratico’. Siamo convinti che si può vivere meglio in Italia, come partito dobbiamo cambiare per essere più credibili”. Dichiarazioni che sanno molto di Nazareno 2.0 per un partito, quello dei Dem, che dopo lo scorso 4 marzo non escluse il dialogo con i 5 Stelle. Insomma, al momento della convenienza, non si guarda in faccia a nessuno.

Le linee guida del riformismo

Secondoil governatore del Lazio, al momento unico candidato alla segreteria del Pd, ci vuole “un nuovo riformismo con al centro il valore della persona, crescita ed equità per riconquistare il nostro popolo, produzione ricchezza e redistribuzione, un modello europeo diverso, con al centro la potenza della nuova generazione di italiani, i giovani che sono le prime vittime di questo pasticcio, a cui si nega un futuro possibile. Altro che prima gli italiani, gli italiani sono le prime vittime di Salvini”.

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