Truppe cammellate di Paolo Cirino Pomicino, ‘o ministro, sono date in avvicinamento al partito di Matteo Salvini. Il via all’operazione di ‘scalata’, per usare un termine borsistico, lo ha dato il giornale della famiglia Caltagirone. Il licenziamento su due piedi dell’oramai ex direttore responsabile Alessandro Barbano ha sacramentato il riposizionamento di quello che fu il più importante organo di informazione del mezzogiorno.
La lezione di Andreotti
Pomicino ha sempre avuto rapporti di grande vicinanza al quotidiano. Spesso ha determinato assunzioni e addirittura deciso nomine di direttori (Mario Orfeo tra questi). D’altronde il maestro politico dell’attuale presidente della società che gestisce la tangenziale di Napoli (unica arteria urbana in tutta Europa dove si è costretti a pagare un pedaggio che qualcuno non esita a definire ‘pizzo’) rispondeva al nome di Giulio Andreotti.
Il vento è cambiato
Il quale era solito spiegare che i problemi non sempre vanno combattuti. Spesso bisogna conviverci e governarli. Infatti il buon Cirino ha superato subito lo ‘sgomento’ derivante dalla nascita del governo Lega-5S. E si è messo in moto per cercare un accesso alle stanze dei bottoni del governo, popolato adesso da nuovi inquilini. La maggiore ‘permeabilità’ della Lega ha fatto il resto, indicando con chiarezza il percorso più agevole da seguire.
Le regionali del 2020
Il primo obiettivo è quello della vittoria alle elezioni regionali del 2020. Manca un anno e mezzo ma è in questi giorni che si decidono nomi e alleanze. Forza Italia al momento sembra opporsi al progetto. Ma una ‘desistenza’ sul nome di Armando Cesaro (candidato in pectore alle europee della prossima primavera) potrebbe ammorbidire l’ostracismo dei berlusconiani.