ROMA – Che ne sarà del Pd lo sapremo dopo il congresso. Ma i Dem sono in pieno clima da regolamento dei conti interno. Solo ieri Nicola Zingaretti, unico ufficialmente in campo, aveva rilanciato: “Voglio fare il segretario, parlare con chi se ne è andato e non ci vota più. Ma mai con i 5 Stelle“, prendendo anche in considerazione l’idea di cambiare nome al Pd. Fare tabula rasa. Alle sue parole ha risposto a distanza Dario Franceschini: “Un grande errore aver lanciato il M5S tra le braccia di Salvini“, per poi chiosare: “Le correnti non sono il male assoluto“. Intanto il segretario Maurizio Martina chiama ad una adunata in piazza il 29 “contro il governo giallo-verde”. Matteo Renzi ufficializza la mancata candidatura alla segreteria del partito: “Ho già dato. Ho vinto due volte e per due volte sono stato colpito dal fuoco amico”.
Una sfida a due Zingaretti-Martina e Franceschini nel mezzo
La corsa per la segreteria nazionale del Pd entra nel vivo, anche se i candidati ancora non ci sono. Per adesso è in campo solo Nicola Zingaretti, visto da tanti come l’uomo in grado di ridare una linea politica credibile al Pd. Ma non è una novità che l’attuale segretario Maurizio Martina vorrebbe candidarsi. Intanto Dario Franceschini si muove nell’ombra: ha visto Zingaretti a pranzo, parla con Martina. E dice apertamente: “Le correnti non sono il male“. L’AreaDem dell’ec ministro dei Beni culturali potrebbe fare da ago della bilancia. Ma a chi mastica un po’ di politica appare chiara una cosa. Se il Pd vuole riprendersi dall’irrilevanza a cui sembra essersi autorelegato deve andare oltre Renzi e battere il renzismo. Sempre se si ha la forza di farlo.
L’ultima carta da giocare: Gentiloni
Se il congresso si trasformerà in un semplice Ring e se alla fine i candidati dovranno mediare tra loro, il rischio per il Pd è alto. E’ un rischio politico serio: rimanere senza linea politica, vivacchiando di qualche proposta o frase ad effetto. L’ultima carta, in quel caso, sarebbe Paolo Gentiloni. L’ex premier non è mal visto ed ha una discreta capacità di aggregazione. Questo Gentiloni lo sa bene e si tiene fuori dalle beghe di partito.