Berlusconi: “No al partito unico di centrodestra”. Pera: “In realtà esiste già”

L'ex presidente del Senato: "E' già presente nell'elettorato prima ancora che in parlamento e nelle altre sedi"

Foto LAPRESSE / AFP in foto Silvio Berlusconi

ROMA – Dopo un’estate lontano dai riflettori, Silvio Berlusconi è tornato a parlare in pubblico. E lo ha fatto in una giornata delicata per il centrodestra. Non una scelta istintiva, altroché, il Cavaliere sa benissimo come e quando intervenire. “Continuo a leggere su molti giornali notizie sulla nascita di un ipotetico partito unico del centrodestra – esordisce Berlusconi -. Non ho ritenuto neppure necessario smentirle, fino ad oggi, perché la realtà dei fatti mi pareva sufficiente a renderne evidente l’assoluta mancanza di fondamento. Da mesi stiamo lavorando in tutt’altra direzione, per un rilancio, una riorganizzazione, un rinnovamento profondo di Forza Italia”.

Ipotesi annessione da evitare

Si diceva della sagacia e della capacità di captare il momento. Berlusconi non ha smentito la creazione di un partito unico di centrodestra perché così gli andava. No, se l’ha fatto è perché la Lega sta volando attorno al 32% nei sondaggi e la fusione sarebbe più un’annessione da parte del Carroccio. E con il partito azzurro sotto le due cifre, la sconfitta sarebbe inevitabile. Ma Berlusconi ha anche precisato che è dal centrodestra che vuole far ripartire il motore di Forza Italia: da quei valori e principi storici liberali.

Secondo Marcello Pera le cose stanno diversamente

“Il partito unico del centrodestra è già nato, va solo formalizzato”. Musica e parole di Marcello Pera, filosofo ed ex presidente del Senato nella XIV Legislatura. A proposito di liberismo, Pera si augura che “un tempo l’identità del centrodestra era vagamente liberale. Adesso invece è assai più nazionalista. C’è solo da sperare che, assorbendo zone estese di Forza Italia, la Lega assorba anche una linfa liberale, ma al momento non è il caso”. E ancora sul partito unico: “E’ già presente nell’elettorato prima ancora che in parlamento e nelle sedi politiche”.

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