MOSCA (Russia) (LaPresse/AFP) – Russia, familiari di attivista Pussy Riot: “Avvelenato, resta grave”. Piotr Verzilov, attivista del gruppo femminista anti-Putin Pussy Riot, sarebbe stato avvelenato “con qualcosa come atropina” in “un grosso dosaggio”. Ad affermarlo è Veronika Nikoulchina, attivista dello stesso gruppo e compagna di Verzilog, al sito d’informazione online Meduza. L’uomo è stato ricoverato in ospedale martedì e resta in rianimazione. “Non è una sostanza facile da eliminare” dal corpo umano, ha aggiunto Elena Verzilova, la madre dell’attivista.
Russia, familiari di attivista Pussy Riot: “Avvelenato, resta grave”
L’atropina è una sostanza organica che può essere usata come farmaco, tipicamente per contrastare i sintomi di agenti neurotossici. Verzilov è ricoverato in terapia intensiva nell’ospedale Sklifossovsky di Mosca. Persone a lui vicine hanno riferito che è in stato di incoscienza e sedato. Nel febbraio 2017 l’oppositore Vladimir Kara-Mourza, che coordinava le attività del movimento Open Russia nel Paese, era entrato in coma dopo essere stato intossicato con “una sostanza sconosciuta”, secondo il suo avvocato.
I medici avevano rilevato nel sangue tracce di intossicazione da metalli pesanti. Verzilov ha anche cittadinanza canadese e sul suo caso è intervenuto il premier del Canada, Justin Trudeau, che si è detto”preoccupato”. Verzilov è tra i quattro attivisti del gruppo Pussy Riot che entrarono nel campo da gioco durante la finale dei Mondiali 2018 a Mosca per protestare contro la polizia; è anche il fondatore del sito MediaZona, che informa sui processi nei confronti dei difensori dei diritti umani.