Milano – Dopo le ‘prove tecniche’ di compattezza per il Pd nella battaglia parlamentare notturna dell’opposizione al governo Lega-M5s sul decreto legge Milleproroghe, ritorna in azione il Matteo Renzi motivatore. L’ex rottamatore, che si è ripreso la scena alle Feste dell’unità, fa un fuori programma non previsto in cartellone anche a quella torinese, dove affronta il bagno di folla, fra selfie e strette di mano e anche due tiri al calcio balilla.
Tirare fuori grinta, coraggio e tenacia
La maratona ostruzionistica notturna a oltranza dei deputati dem con i volti sfatti dal sonno diventa lo sprone per la base e non solo del partito, nelle mani dell’ex segretario ed ex premier. L’esortazione è a tirare fuori “grinta, coraggio e tenacia” come hanno fatto i parlamentari del Partito democratico rimasti in aula tutta la notte “per dire no alla vergogna mondiale del governo 5 stelle sui vaccini”.
Renzi dal palco torinese promette (o minaccia): “Io non mollo di un centimetro“
Il Partito ha pronto il logo di Sergio Staino per la manifestazione “Per l’Italia che non ha paura” promossa il 30 settembre a Roma. “Ma – chiede Renzi – può il Pd smettere di parlarsi addosso? Non è possibile che il Pd si rimetta a litigare sul congresso e le correnti“. Il “fuoco amico” sperimentato dall’ex sindaco di Firenze fa ancora male. Un fuoco su cui c’è il pericolo che qualcuno possa soffiare ancora.
E fra gli stand della festa subalpina risuonano ancora le parole pronunciate poche ore prima dall’attuale segretario dem, Maurizio Martina, per cui “un partito non si comanda, si guida. La leadership non è tutto”. Un messaggio per l’ex segretario del Pd la cui giornata torinese è iniziata con la partecipazione alla commemorazione di Sergio Marchionne. Un ricordo dell’ex ad di Fca nell’intervento di Matteo Renzi dal palco della Festa. Per il manager il “primo pensiero”, ma anche il “dispiacere per non aver visto una rappresentanza del governo”.
Renzi incontra con una rappresentanza della Comital di Volpiano
Una parte di lavoratori della Comital è rimasta senza paga. La “cosa allucinante” per l’ex premier è che “il Mise non vi abbia ancora convocati”.
Dall’ex premier solo attacchi diretti all’esecutivo
“Noi non abbiamo 49 milioni di euro di insoluto”. Del resto siccome “questi del governo ne combinano una dopo l’altra”, l’ex segretario dem ha “dovuto tornare”, dopo aver sentito “un po’ di timidezza”. In fondo l’analisi della sconfitta dopo il 4 marzo è stata fatta e “dopo sei mesi di terapia di gruppo” il Pd “può cominciare a fare opposizione”.
Renzi dal palco della periferia di Torino, in corso Grosseto, manda anche un “se ci sei batti un colpo” alla prima cittadina, la 5 stelle Chiara Appendino: “Cara sindaca, vieni a combattere con noi per i soldi che i tuoi compagni hanno tolto e noi avevamo messo, fatti restituire i 49 milioni sulle periferie che il governo Di Maio e Salvini ha tolto“.