Roma – Una poltrona per tre. Il Partito democratico non trova la quadra sulla data del congresso, annunciato per fine gennaio. Intanto l’u-ni-tà scandita da piazza del Popolo si tramuta in tre probabili candidati alla segreteria: Maurizio Martina, Nicola Zingaretti e una figura gradita a Matteo Renzi (forse Marco Minniti, ma non è ancora detto).
La matassa non è stata sciolta
A scendere in campo è proprio il governatore del Lazio, che avverte: “La manifestazione di domenica ha detto una cosa molto importante: ha detto che non siamo scomparsi ma che dobbiamo cambiare”.
E per fare questo, ribadisce, non bisogna “andare in tv e parlare male dei colleghi del proprio partito”.
Ritrovare lo spirito di comunità
Bisogna discutere, non litigare e poi soprattutto combattere uniti”. Insomma stop “al partito dei capi” con un chiaro riferimento a Matteo Renzi, perché “si può far parte di una comunità senza avere l’ossessione di essere il numero 1“.
L’ex segretario resta una spina nel fianco di Zingaretti
L’accusa rivoltagli di essere “ambiguo” proprio non gli è andata giù. “E’ una cosa che dobbiamo smettere di fare: dipingerci tra di noi sulla base di cose false – spiega – Io credo che oggi non ci siano le condizioni per un accordo con il M5S“.
Per Zingaretti la strada alle primarie è già tracciata
Il presidente della Regione Lazio prepara la sua discesa in campo con la grande convention del 13 e 14 ottobre a Roma, poi ha annunciato che sarà a Napoli. Intanto Maurizio Martina riscalda i motori e rilancia quel “l’abbiamo capito” come monito, anche perché “io ho l’ambizione di pensare che su quel palco c’era tutto il Pd“.
“In questi anni abbiamo fatto delle cose buone e giuste
Forse dovevamo fare di più sul versante della comprensione del disagio, delle diseguaglianze. Questo è il nostro tempo di oggi“.
Uscito sicuramente dalla corsa alla segreteria è Graziano Delrio
“Noi abbiamo giocato una partita, ma la nostra stagione è finita – dice il capogruppo alla Camera – Non mi candido a guidare il Pd, sono però in campo al cento per cento per sostenere un gruppo dirigente nuovo” aggiunge.