MILANO (LaPresse) – Indonesia, Save the Children: “Allarme diffusione di malattie tra gli sfollati”. Save the Children lancia l’allarme per il rischio di diffusione di malattie tra le migliaia di famiglie. Che in Indonesia, a seguito del terremoto e dello tsunami che hanno colpito venerdì la regione di Sulawesi, sono costrette a vivere in rifugi di fortuna. O ancora peggio in centri di evacuazione sovraffollati. Con l’acqua potabile che scarseggia e in condizioni igieniche precarie.
Indonesia, le dichiarazioni del direttore operativo di Save the Children
“I nostri operatori hanno trovato a Palu una situazione di distruzione totale. Difficile da immaginare. La situazione in questo momento nelle zone colpite è la premessa di un disastro. Con migliaia di persone che improvvisamente hanno perso la casa e tutto ciò che possedevano. Ci sono macerie e immondizia ovunque. Ed è difficile per le famiglie mantenere gli standard igienici minimi. Senza tener conto della difficoltà di accedere al cibo e all’acqua pulita per i bambini e i neonati”. Questo ha dichiarato Tom Howells, direttore Operativo di Save the Children in Indonesia.
“Siamo molto preoccupati”
“Siamo molto preoccupati che un gran numero di bambini possano ammalarsi di diarrea, come succede spesso in questi casi quando la distruzione è di proporzioni enormi. Assicurare ai bambini condizioni di igiene sufficienti è una priorità nell’intervento umanitario, e sarà fondamentale per evitare che si ammalino anche, in una situazione nella quale hanno già subito una perdita così grande”, ha proseguito Howells.
Gli operatori del partner locale di Save the Children ‘Yayasan Sayangi Tunas Cilik’ (YSTC) a Palu stanno avviando la distribuzione di beni di prima necessità, come teli in plastica e corde per costruire rifugi temporanei, taniche e bacinelle per l’acqua, e kit igienici che comprendono sapone e prodotti per la pulizia per prevenire malattie, e sta organizzando spazi sicuri per i bambini per proteggerli dal panico delle operazioni di soccorso. Save the Children opera in Indonesia dal 1976 con una risposta umanitaria ai molti disastri naturali tra cui il recente terremoto a Lombok e lo tsunami nel giorno di Santo Stefano del 2004.