Torino – Due facce della stessa medaglia. Che per fortuna in questo momento sembra brillare da entrambe le parti. Perché dalla Champions la Juve torna a casa con un Paulo Dybala assolutamente ritrovato, pimpante e decisivo ben oltre le tre reti segnate, proprio quando serviva a causa dell’assenza di Cristiano Ronaldo.
Certo, lo Young Boys non poteva rappresentare un test particolarmente impegnativo, ma alla prima senza CR7 ecco che Dybala ha saputo in ogni caso rispondere presente.
Proprio così però ci si ritrova facilmente a guardare la serata da Joya del numero dieci bianconero da un punto di vista completamente diverso. Quello di chi può pensare che il miglior Dybala della stagione si sia potuto esprime proprio perché Ronaldo si trovava (s)comodamente seduto in tribuna.
Un quesito senza soluzione
In attesa di una prova contraria: che fosse solo questione di forma psico-fisica, di posizione o di leadership, non è che Dybala si sia ritrovato proprio perché mancava il portoghese? Con Ronaldo, ma da attaccante, d’altronde Dybala era riuscito a segnare l’altro gol della stagione, mercoledì scorso contro il Bologna: altro avversario morbido, di nuovo in 3-5-2 che gli ha permesso di giocare molto vicino alla porta.
Quella volta era Mandzukic a restare a guardare
La convivenza, in quell’occasione, non impedì al numero dieci di cercare e trovare la via della rete. Ma in condizioni normali, fuori dal regime del turnover, pur dovendo sacrificare un irresistibile Federico Bernardeschi, per Dybala fino a questo momento è rimasto solo un ruolo da comprimario: trequartista anche piuttosto muscolare alle spalle delle due punte designate (Mandzukic-Ronaldo), al servizio della squadra e chiamato ad agire da playmaker piuttosto distante dalla porta. Facendo quello che serve, non quello che serve per esaltarlo.
Erano altri tempi, quelli in cui sembrava che la Juve di Allegri non potesse prescindere dal rombo. Completando forse quel cerchio aperto dallo stesso Dybala il giorno del suo arrivo nell’ormai lontano 2015: “Posso fare il trequartista, mi sento trequartista”, uno dei passaggi sintetizzabili della sua conferenza stampa di presentazione. Erano altri tempi, quelli in cui sembrava che la Juve di Allegri non potesse prescindere dal rombo.
La storia ha smentito ogni cosa
Anche le parole dello stesso tecnico che in quella fase non riteneva pronto per quel lavoro lo stesso Dybala. Ora evidentemente lo è. Proprio ora che si esalta vicino alla porta, ora che forse si sente più punta che mai. E allora si può tornare alla domanda iniziale: Dybala si è ritrovato proprio perché mancava Ronaldo? Forse sì. Ma la risposta non è una soluzione. Perché Ronaldo in questa Juve c’è e ci sarà. Così come Dybala. Se si tratta di un problema, è sicuramente un bel problema.