ROMA – A volte ritornano. In realtà Romano Prodi non è mai andato via. Segue tutto, a volte da lontano, ma c’è, parla e, piaccia o no, nel centrosinistra incide ancora. Il fondatore de L’Ulivo ha criticato senza mezzi termini la manovra. “Mi aspettavo un 2 senza virgola – ha dichiarato al Corriere della Sera – ma non sono certo colpito dal 2,4”.
La manovra
Gli aggiustamenti in corsa, procedura a volte fisiologica nei provvedimenti complessi, agli occhi dell’ex premier rappresentano “una non padronanza dei numeri” da parte dei pentaleghisti.
“Per entrare nell’euro il mio governo – ha ricordato al cronista Marco Ascione – è stato capace di produrre un grande surplus, perché era necessario. Mi è sembrata invece una inutile provocazione di Lega e 5 Stelle il deficit di 2,4% per tre anni, annunciato in prima battuta. Per questo ho parlato di un voluto messaggio provocatorio che hanno poi dovuto correggere”.
Effetti soltanto nell’immediato
La manovra dei giallo-verdi avrebbe effetti soltanto “nell’immediato”
Sbagliato per Prodi anche l’approccio del governo con l’Europa. “Anch’io l’ho critica più volte. Però per mostrare i muscoli bisogna averli”. E usa un proverbio napoletano per canzonare il vicepremier. “Forse Salvino no, ma almeno Di Maio dovrebbe conoscere quel detto napoletano: ‘Chi ha il sedere basso non può fare la danza classica’. E in questo momento noi lo abbiamo bassissimo”