Roma – Il primo contatto tra Roma e Bruxelles c’è stato. A fare da ‘mediatore’ il presidente della Camera, Roberto Fico, che nella full immersion di incontri con le massime istituzioni continentali, in particolare con il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, il commissario Moscovici e il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha cercato di spiegare gli obiettivi della manovra.
Ha portato il punto di vista dell’area di maggioranza, ripercorrendo le tappe che hanno portato al governo forze come M5S e Lega, i problemi che vivono quotidianamente i cittadini del nostro Paese, ribadendo che nella condizione in cui si trovano le previsioni economiche contenute nelle ‘fredde’ tabelle non possono essere la priorità.
“Ho letto le dichiarazioni del premier e di Tria, fanno bene, i toni devono essere abbassati. L’unico modo che conosco di ragionare è farlo sulle questioni politiche“, ha detto la terza carica dello Stato.
“Nessuno sfida lo Spread, ci sarà una manovra per cercare di cambiare
Fico rintuzza anche le stime del Fondo monetario internazionale “non prevedono una manovra espansiva ma l’austerity, ma la commissione e il governo cercheranno di comprendersi sui numeri”.
Il presidente della Camera definisce quello con Juncker “un dialogo molto proficuo”, dice di aver trovato “una persona disponibile all’ascolto e disponibile come presidente della Commissione ad analizzare la manovra con un dialogo serrato e vero“. In ques’ottica ‘benedice’ la scelta del premier, Giuseppe Conte, e del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, di abbassare i toni dello scontro con l’Europa.
“Tra 6 mesi è finita”, facendo riferimento alle elezioni europee di maggio 2019
Non può fare altrettanto con i due vicepremier, che in momenti e luoghi diversi, hanno invece decantato in anticipo il de profundis dell’attuale establishment europeo.
Il clima di tensione sembra stemperato dopo il vertice con Fico
Secondo quanto riferito da un portavoce della Commissione Ue, Margaritis Schinas, durante l’incontro il presidente della Camera e Juncker “hanno avuto una discussione utile su questioni di interesse comune, sia per l’Ue sia per l’Italia, ed entrambi si sono trovati d’accordo sul fatto che l’Italia è e continuerà ad essere al cuore del progetto europeo”.
Ma il numero uno di Bruxelles ha comunque ribadito che spetta a Roma “trovare regole e misure che permetteranno” al nostro Paese “di rimanere all’interno degli obiettivi di bilancio concordati”.
Nella visita in Europa Fico ha avuto modo anche di parlare di temi differenti da quelli economici. Come la vicenda di Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano ucciso al Cairo nel 2016, sulla cui morte ancora non c’è una verità.
Dobbiamo trovare una gestione collettiva
“Ho detto a Juncker che l’Italia sul caso Regeni si è sentita abbandonata dall’Europa“, ha rivelato il presidente dell’assemblea di Montecitorio.
Toni fermi sulla gestione dei flussi migratori
“L’Italia fa e deve fare i salvataggi in mare, ma le persone salvate dovranno essere gestite dall’Ue. Chi è arrivato in Italia è arrivato in Europa e su questo non c’è dubbio”.
Fico, però, una ‘digressione’ sulle questioni interne al M5S se la concede, quando gli viene chiesto dell’alleanza tra la Lega di Matteo Salvini e il Front Nationel di Marine Le Pen. “Ognuno fa la sua strada”, replica il presidente della Camera, chiarendo che “non è la mia strada”. Perché “non c’è dubbio che il Movimento 5 Stelle non siederà mai con la Le Pen”.