ROMA – Con una voce sola contro l’austerity, il capitalismo, le banche e, ovviamente, contro il nuovo nemico. La Banca d’Italia ha osato confutare le stime di crescita del quadro programmatico della nota di aggiornamento del Def. “È un atto di coraggio che gli italiani aspettavano da anni e non si può tornare indietro. Non accetto il fatto che Bankitalia dica che non va bene”, ha ripetuto il vicepremier Luigi Di Maio. Di fatto una linea dettata a tutto il partito.
Anche Di Battista attacca: “Bankitalia controllata dai privati”
‘Di lotta e di governo’ si sarebbe detto un tempo. Anche Alessandro Di Battista ha infatti preso la parola contro il governatore Ignazio Visco, scandendo un nuovo cronoprogramma. “Mi auguro che il governo, passata la legge finanziaria, metta mano a tutto questo. Perché democrazia significa potere ai cittadini, non agli avvoltoi del secolo!”, ha scritto sui social. “La verità è che oggi, Bankitalia, è di fatto controllata dalle banche private che dovrebbe controllare e le banche private sono incazzate nere. Non perché ci sarà deficit al 2,4%, ma perché, per la prima volta, si distribuiscono risorse alla povera gente e non a loro”. Tuttavia, anche se con azionisti privati, la Banca d’Italia è un istituto di diritto pubblico e come tale è autonoma. Inoltre la Vigilanza oggi è in massima parte ascritta alla Bce.
Fraccaro: “Le istituzioni hanno il diritto di esprimere valutazioni”
L’attacco concentrico, però, era già partito. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, ha spiegato che “le istituzioni hanno tutto il diritto di esprimere le proprie valutazioni, ma devono rispettare la volontà politica senza fare valutazioni ragionieristiche”. E poi “la credibilità di Bankitalia ultimamente è venuta meno”. Il primato della politica come esercizio della sovranità popolare, un manifesto che mira a promettere sfaceli economici. È non resta che adeguarsi. “Inutile girarci intorno. Se dietro alle critiche rivolte alla manovra da Bankitalia c’è il tentativo di suggerire per l’ennesima volta politiche di austerity, non ci siamo proprio”, ha scritto il presidente della commissione Bilancio del Senato, Daniele Pesco.