ROMA – E’ Marco Minniti l’uomo della sopravvivenza-provvidenza per i renziani che affilano le armi in vista del congresso per la guida della segreteria nazionale previsto per l’inizio dell’anno anno prossimo. E’ iniziata la marcatura ad uomo sull’ex ministro dell’Interno.
Prima la Leopolda
Mancano pochi giorni alla Leopolda 2018 di Matteo Renzi. Quella sarà l’occasione per l’ex premier e i suoi di contarsi e decidere la strategia migliore per non ridursi a minoranza del Pd. Dopo la manifestazione potrebbe esserci l’ufficializzazione del candidato segretario. Minniti dovrebbe restare in stand-by fino ad allora e poi sciogliere il nodo.
I sondaggi
Stando ad alcuni sondaggi, al momento tra i candidati alla segreteria nazionale del Pd è in testa il governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Seguito a pochissima distanza dall’attuale segretario Maurizio Martina il quale, però, non ha ancora ufficializzato la propria candidatura. A marciare lenti sono gli altri aspiranti leader, Matteo Richetti e Francesco Boccia.
Pluralità, valore aggiunto?
Stando a Martina il fatto che ogni giorno esca un nuovo candidato alla segreteria significa che il Pd è un partito plurale. Può darsi, ma la pluralità spesso, e anche in questo caso, coincide a vere e proprie faide interne più che al desiderio di un confronto alla pari. “Più candidati avremo e più queste candidature riusciranno a interpretare idee, proposte e progetti, meglio sarà per noi – dice Martina – Non dobbiamo avere paura di un congresso competitivo”. E ancora parlando di Minniti aggiunge: “Stiamo parlando di una personalità per noi importante. Credo che, come sempre, rifletterà fino in fondo su ciò che vuole fare. Le primarie si riveleranno un’altra grande sorpresa come sempre è accaduto quando le abbiamo pensate e organizzate in modo aperto e partecipato”.
Uscire dall’angolo anche in Europa
I pensieri di Martina vanno oltre il congresso. Visto l’avvicinarsi delle elezioni europee non si può non pensare al tipo di proposta da presentare agli elettori per spuntarla. “La sfida del Pd pensando alle prossime elezioni europee è quella di riorganizzare in Italia la risposta progressista a chi vuole distruggere l’Europa, come Salvini. Mi pare evidente che la questione fondamentale sia questa. Chi pretende, come Salvini di usare l’Italia per distruggere l’Europa, chi vuole far uscire l’Italia dall’euro e chi come noi e tanti altri vuole rispondere a questo con una nuova proposta di cambiamento dell’Europa più sociale, più progressista. Penso che il Pd debba mettersi al servizio di questo aprendo le sue liste e il suo progetto il più possibile a nuove energie e a nuove culture”.