Pressing dei sindaci: vogliono candidare Minniti al congresso del Pd

Pentastellati contro Zingaretti, con noi è bipolare

Foto LaPresse - Carlo Lannutti in foto: Il ministro degli interni Marco Minniti

ROMA – Molto rumore intorno alla candidatura dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti alla segreteria del Pd. I renziani hanno avviato un’operazione che sembra avere connotati più pubblicitari che politici con i sindaci che, capitanati da Dario Nardella, hanno scritto una lettera per spingerlo a candidarsi al congresso.

I renziani giocano a rischia tutto

Privi di altri nomi autorevoli spendibili i dem che fanno capo all’ex premier Matteo Renzi non danno tregua all’ex ministro affinché sciolga la riserva e accetti di correre per conquistare la leadership del partito.

“Insieme a tanti altri sindaci ho firmato una lettera per spingere Minniti a candidarsi- dice il primo cittadino di Firenze Nardella – perché credo che lui possa essere una persona credibile, seria e con la sua coerenza anche una persona capace di rispondere sul terreno della concretezza agli slogan del centrodestra”. Ma Minniti accetterà di trasformarsi in uno spot renziano?

Chi ha tempo…

Non aspetti tempo, perché nonostante la data del congresso non sia ancora stata ufficializzata serve una risposta certa  consentire a chi punta su Minniti di riorganizzarsi e, in caso di rifiuto, guardare altrove. E’ il caso di Andrea Marcucci, capogruppo Pd al Senato, che si appella all’ex ministro.

“E’ un candidato autorevole”, spiega il democrat. Lo sarebbe “per la sua storia e per ciò che ha rappresentato la sua azione nei nostri governi riformisti”.

“Faccio dunque un appello perchè si possono creare le condizioni per una convergenza molto ampia sul suo nome, per consentire al Pd un vero rilancio”.

“Mi risulta – continua –  non sia ancora certa la data delle primarie e quindi non e’ tardi. Credo sia opportuno avere tempi necessari per fare tutti gli approfondimenti per la sua candidatura. E il fatto che non dia una risposta affrettata mi pare indice di serieta”.

“Al partito – conclude Marcucci – serve un piglio riformista e le proposte di Zingaretti guardano al passato”.

La stoccata grillina

Proprio il governatore laziale, candidato ufficiale alla segreteria dem, finisce nel mirino di Roberta Lombardi, capogruppo M5S alla Regione Lazio.

“Noto da parte sua un atteggiamento bipolare”, racconta la grillina.  “Quando ci sono eventi del Pd fa appello a coloro che odiano i 5 Stelle, salvo continuare a lavorare con noi in Commissione e rivendersi le cose migliori fatte grazie al M5S, dal piano di assetto dell’Appia antica al piano sulla qualità dell’aria. Lui si propone come anti-Renzi ma usa lo stesso linguaggio della divisione usato dall’ex premier”. Insomma, come a dire che in casa Pd se non è zuppa è pan bagnato.

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