Milano (LaPresse) – Prima le denunce di singoli cittadini, residenti in un territorio montano di confine. Poi la Procura di Torino, allertata, decide di aprire un fascicolo. Ora anche le organizzazioni umanitarie puntano il dito contro i gendarmi francesi. Sono accusati di comportamenti illegali nei confronti dei migranti nelle zone di frontiera tra Italia e Francia. Proprio nel giorno dello sconfinamento illegale in territorio italiano, a Claviere, ultimo comune del capoluogo piemontese, Amnesty International, insieme a Medici Senza Frontiere e altre associazioni, ha realizzato un monitoraggio delle attività dei gendarmi, denunciando “violazioni sistematiche”.
L’organizzazione internazionale si è infatti recata al confine il 12 e 13 ottobre. Rilevando “una lunga lista di pratiche illegali e di violenze nei confronti dei migranti”. Tra cui respingimenti degli esiliati, compresi i minori, controlli discriminatori, minacce e insulti, inseguimenti sulle montagne, ostacoli alla registrazione delle domande di asilo e assenza di interpreti. Amnesty ha dunque lanciato il suo appello al governo francese perché la “smetta di fare orecchie da mercante” e “cessi queste pratiche illegali e degradanti”. Matteo Salvini non aspettava altro.
Dopo aver rifiutato le scuse del presidente Emmanuel Macron, il vicepremier gli ricorda, via social, che “l’Italia non si fa più mettere i piedi in testa da nessuno”. E snocciola numeri sul calo degli arrivi: rispetto all’anno scorso, spiega, quando erano sbarcate più di 110.000 persone, si sono fermati a 21.000. “Questo significa un risparmio di un miliardo di euro. Che ad esempio userò per assumere vigili del fuoco e poliziotti”, ribadisce tornando ad accusare Parigi: “Il governo francese si è scusato dicendo che i ragazzi che hanno accompagnato questi immigrati erano nuovi e non conoscevano le strade. Se avessi fatto io, la metà di questo sarei indagato dalle procure di mezza Italia”.
L’Ente si è mossa subito per capire le dinamiche dell’accaduto
Al monitoraggio di Amnesty hanno partecipato una sessantina di persone, tra cui molti attivisti di Tous Migrants, il gruppo di Briancon che fornisce assistenza ai migranti che passano in Francia attraverso le Alpi, ma soprattutto sono intervenuti anche 6 avvocati francesi e 3 italiani, che si sono dati il cambio notte e giorno. La comunità delle valli, infatti, è solidale e vicina ai migranti e non teme alcuna perdita di immagine.
“Non siamo minimamente preoccupati di una ricaduta sul turismo montano”, commenta Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino e provincia e vicepresidente nazionale di ConfCommercio. Nella zona di Claviere, l’ultimo comune in territorio italiano conosciuta soprattutto per il turismo e le piste da sci, lal presenza di migranti è ormai abituale in questa zona: sono tanti quelli che tentano di attraversare la frontiera passando per i sentieri anche in pieno inverno. All’apertura della stagione invernale mancano poco meno di due mesi. “In questi anni sono già accadute situazioni del genere, e accadono tuttora in territori di confine”, spiega Coppa. “Non siamo preoccupati”