Milano – Domenica 21 ottobre 800mila cittadini sono chiamati alle urne per votare i nuovi consigli provinciali di Trento e Bolzano.
I 70 consiglieri eletti complessivamente andranno a formare il parlamentino regionale, che dovrà eleggere il presidente della Regione che per la prima parte della legislatura di 5 anni sarà scelto tra i consiglieri di lingua italiana, per la seconda metà, tra quelli di lingua tedesca.
Tempistiche differenti per lo spoglio
Nella regione a statuto speciale si terranno due voti distinti con sistemi elettorali e candidati diversi. In Alto Adige, dove i seggi si apriranno alle 7, inizierà la sera stessa del voto, dopo la chiusura prevista alle 21. In Trentino, invece, dove le urne apriranno alle 6 e saranno aperte fino alle 22, sarà rimandato al giorno dopo.
Un seggio, riservato alla minoranza ladina
Nella provincia di Trento il presidente dell’ente provinciale viene eletto in modo diretto con liste che possono dare vita a coalizioni. Ogni elettore può votare un singolo partito collegato ad un candidato presidente, indicando la preferenza per massimo tre consiglieri. Per il più votato scatta un premio di maggioranza pari a 18 seggi su 35. Se invece ‘incassa’ almeno il 40% dei voti, il premio è di 21 seggi su 35.
Il voto in Trentino potrebbe profilarsi come il primo test per il governo nazionale lega-stellato, alle prese in queste ore con lo scontro sulla pace fiscale. Nel 2013 il centrosinistra vide il proprio candidato Ugo Rossi ottenere il 58,12% dei voti, sostenuto da Pd Partito autonomista trentino tirolese (Patt), Unione per il Trentino con Dellai, Verdi, Italia dei Valori, Unione Autonomista Ladina e Riformisti per l’Autonomia.
Il Pd ha detto no alla ricandidatura del presidente uscente Ugo Rossi
Al voto di domenica prossima il centrosinistra però si presenta diviso in Trentino, una delle restanti roccaforti della sinistra, dove la Margherita è nata con Lorenzo Dellai.
I dem si presentano con Unione per il Trentino e Futura 2018
Il candidato è l’ex senatore del Pd Giorgio Tonini. Anche Liberi e Uguali corre alle amministrative, candidando Antonella Valer con l’appoggio di L’Altro Trentino a Sinistra con nomi in lista in arrivo da società civile, Rifondazione, Potere al Popolo.
Il centrodestra si è ritrovato unito nella candidatura del leghista Maurizio Fugatti sostenuto da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, UdC-Centro Popolare, Progetto Trentino, Agire, Civica Trentina, Associazione Fassa e Autonomisti Popolari. La candidatura del leghista Fugatti potrebbe restituire la fotografia dello schema ambivalente di un Carroccio che a Roma è socio di governo dei cinque stelle e in periferia è con il centrodestra.
Per il M5s è stato scelto Filippo Degasperi, già candidato presidente nel 2013 quando i 5 stelle ottennero il 5,72%. In lizza anche CasaPound con Filippo Castaldini.
In provincia di Bolzano il sistema elettorale invece non contempla alleanze pre voto: si corre da soli in un sistema proporzionale puro. Sono 14 le liste presenti al voto di domenica: Team Köllensperger; Süd-Tiroler Freiheit; Die Freiheitlichen; Bürgerunion für Südtirol; Forza Italia; Svp Südtiroler Volkspartei; Noi Alto Adige Südtirol; Verdi – Grüne – Verc; Vereinte Linke Sinistra unita; L’Alto Adige nel cuore Fratelli d’Italia uniti; Lega; Pd Partito Democratico – Demokratische Partei; CasaPound Italia; M5S.
Cinque anni fa La Svp vinse con il 45,7% dei voti
Non disponendo della maggioranza assoluta fece una alleanza col Pd che ha sorretto il quinquennio del presidente Arno Kompatscher. Oggi però Lega e Fi appaiono più temibili nella competizione elettorale alto atesina.