Roma – “Dopo tre ore di Consiglio dei ministri sono qui per assicurarvi che non ci sarà nessuno scudo fiscale e nessun condono“. Luigi Di Maio compare a sorpresa, nel tardo pomeriggio, e con l’annuncio che tutti aspettavano si prende la scena di Italia a 5 Stelle, la prima di governo, come una rockstar. Un colpo di teatro che lascia il segno in una manifestazione fino a quel momento sotto tono, anche se la gente non è mancata.
Il vicepremier irrompe in maniche di camicia, solo pochi minuti dopo essere apparso sui maxischermi, accanto al premier, Giuseppe Conte, e al ‘socio’ di governo, Matteo Salvini, in diretta da Palazzo Chigi.
Non solo il popolo Cinquestelle, perché tra bandiere e magliette gialle ci sono tante famiglie e cittadini curiosi di incontrare dal vivo quelle facce che di solito vedono in televisione o sui loro smartphone.
Complice una splendida giornata di sole
Anche se con temperature decisamente più alte delle classiche ‘ottobrate romane’, il Circo Massimo – seppure con spazi ridotti rispetto alla prima edizione, del 2014 – è un via vai di gente. Le agorà nazionali con deputati e senatori, ma anche quelle regionali, attirano i visitatori che ascoltano con interesse i resoconti degli eletti. Ma la domanda che in molti si fanno è sempre la stessa: ‘Allora, sto condono c’è o non c’è? Il governo salta?’.
A pomeriggio inoltrato arriva la fumata bianca
I commi “manipolati” dalla famigerata “manina tecnica o politica” denunciata (non in Procura, però) pubblicamente dal capo politico pentastellato, sono stati stralciati.
Ma il popolo M5S ha due reazioni nell’apprendere la notizia
La prima timida, durante il collegamento video. La seconda, accolta da calorosi appalusi quando Di Maio si palesa in carne e ossa e prende il microfono. La festa può iniziare.
Ecco, dunque, arrivare tutti i big: Toninelli, Fraccaro, Bonafede, Lezzi e tutti gli altri ministri reduci dal Consiglio dei ministri. Si prendono qualche ora di pausa anche gli altri esponenti del governo, i sottosegretari all’Economia Laura Castelli e Alessio Villarosa, il sottosegretario alla Presidenza Stefano Buffagni, i capigruppo di Camera e Senato con i presidenti delle commissioni parlamentari, i questori e i palloncini con la scritta ‘Bye bye vitalizi’.
Subito dopo è Di Battista a infiammare la folla, in collegamento dal Sudamerica: “Certe volte mi mangio le mani e mi chiedo: ‘Ma che ho fatto?’, potevo fare il ministro. Però sto bene”. Dibba chiede la nazionalizzazione di Autostrade e lancia un siluro alla Lega sul decreto Fiscale: “I panni sporchi si lavano in famiglia? Fino a un certo punto. Perché io voglio essere informato delle cose che accadono o non accadono“.
Con la giacca sulla spalla, poi, al suo ingresso è stato accolto dagli applausi il presidente della Camera, Roberto Fico, che gira gli stand, stringe mani, si concede per i selfie ma soprattutto si gode la giornata tra la ‘sua’ gente dopo aver passato l’estate tra le feste di tutti i partiti.
Lavorare e “fare una rete nuova con i movimenti che verranno“
“Non dobbiamo dimenticarci da dove veniamo, perché quando ti siedi sulle poltrone può capitare che non ricordi chi sei“, avvisa la terza carica dello Stato. Che poi indossa i panni dell’attivista Cinquestelle: “Questo governo nasce su un ‘contratto’, non su un’alleanza“, quindi “nessuna alleanza con la Lega alle Politiche, alle Regionali o alle europee”. Ma lavorare e “fare una rete nuova con i movimenti che verranno“.
Davide Casaleggio, annuncia una nuova funzione della piattaforma Rousseau: l’iscrizione anche via Sms. Poi, per chiudere la prima giornata (30mila gli accessi, secondo gli organizzatori) torna lui, il capo politico, che dice in pubblico di sperare che Gianlugi Paragone, giornalista e senatore Cinquestelle, “possa essere il presidente della nuova commissione di inchiesta sulle banche“.
Domenica 21 ottobre tocca al gotha pentastellato: Beppe Grillo in testa, molto atteso, dopo aver marcato visita il primo giorno per uno spettacolo a Locarno. Il popolo M5S ci è rimasto un po’ male, ma aspetta comunque il co-fondatore, l’Elevato. Quasi come se fosse il reddito di cittadinanza.