MOTEGI – Marc Marquez è campione del mondo per la settima volta. Un traguardo spaziale, considerando che la carta d’identità fa segnare 25 anni. Ma se lo spagnolo viene chiamato ‘marziano’ un motivo ci sarà. A Motegi, Marquez ha sfruttato al massimo la prima delle quattro opportunità che aveva a disposizione per laurearsi campione. Ha vinto il Gran premio dopo una volata stupenda con Andrea Dovizioso, commovente nella sua voglia di non darla mai per finita ma scivolato a due giri dal termine.
Dovizioso scivola dopo una gara commovente, Marquez vince e si laurea campione per la settima volta
L’attenzione durante la gara in Giappone era tutta su di loro. Marquez non aveva fretta, perciò è rimasto alle calcagna del Dovi con Crutchlow a ‘proteggerlo’ quasi fino alla fine. Il 25enne della Honda, per non discostarsi troppo dal suo stile, rischia anche qualcosa quando passa sull’erba in un controsorpasso subito dall’italiano a 11 giri dalla fine. Ma è quando mancano 4 giri che Marquez decide di affondare il colpo e mettersi definitivamente alle spalle Dovizioso. Anche perché, due giri dopo, il ducatista scivola e si arrende al termine di una gara e di un mondiale eroici. Sul podio, insieme allo spagnolo, salgono Crutchlow e Rins. Valentino Rossi chiude quarto.
Lo spagnolo: “Mi aspettavo fosse così, sapevo di avere qualcosa in più”
Il fuoriclasse della Honda, al termine del Gran premio, mostra una felicità anche ‘contenuta’ rispetto alla gioia per la vittoria della competizione iridata. Segno evidente di una maturità consolidata dopo sette mondiali vinti. “Mi sento davvero bene, già da Aragon assaporavo questo momento. Mi aspettavo che fosse così – ha commentato Marquez – poi però quando cogli l’occasione alla fine fa una grande differenza. In gara ho seguito Dovizioso per tutto il tempo e ho deciso di usare le stessa strategia della Thailandia – ha spiegato – ovvero attaccare prima dell’ultimo giro. Sapevo di avere qualcosa in più. Mi dispiace davvero che lui sia caduto, meritava di essere sul podio con noi”.