Milano (LaPresse) – Una giornata di sorrisi in via Bellerio. Le elezioni provinciali in Trentino e Alto Adige danno ragione alle scelte del partito. Il leader della Lega, Matteo Salvini, è serafico. Ha voglia di scherzare (“Per festeggiare il risultato di Bolzano e Trento mi sono tolto il tutore”) e manda messaggi distensivi ai Cinquestelle, che continua a definire amici nonostante la bufera degli ultimi giorni. Il vicepremier e ministro dell’Interno respinge qualsiasi ipotesi di rottura: “La lealtà è il primo valore per me in politica e nella vita, non farò mai mezzo dispetto o sgambetti al governo del cambiamento degli italiani per calcoli elettorali. Se fossi un altro andrei all’incasso, ma non sono fatto così”.
Certo è che Salvini legge i dati e gongola, anche se non vuole sentir parlare di trionfalismi. Prima di avvicinarsi al microfono nella sala stampa, compulsa il cellulare e sciorina un po’ di numeri. Che dicono: la Lega è il primo partito in Trentino col 27,09%, il sottosegretario leghista alla Salute, Maurizio Fugatti, è il nuovo governatore con il 46,74% e il Carroccio va oltre l’11% nell’Alto Adige, dove conquista quattro consiglieri. “Lega primo partito a Bolzano e primo partito in tutto il Trentino! Alla faccia di presunti intellettuali, trasmissioni faziose, professoroni e giornalistoni, per la prima volta nella storia in Trentino e in Alto Adige il Pd e la sinistra fanno le valigie e se ne vanno a casa”, si sfoga sui social.
Il leader della Lega entusiasta dei dati nella regione trentina
Il segretario leghista, ancora, parla di “estrema soddisfazione perché sono le prime elezioni da quando è nato il governo, non sondaggi ed exit-poll. Elezioni vere, non la Corte dei Conti, l’Inps e la Commissione europea”. Poi una fracciata ai dem: “Il dato eclatante è che la cura Letta, Renzi, Martina e Gentiloni ha portato per la prima volta nella storia il Pd a scomparire dagli uffici della provincia di Trento e dalla provincia di Bolzano”.
Succede il 22 ottobre, ovvero proprio un anno dopo il referendum per una maggiore autonomia in Lombardia e Veneto. Un anniversario che ha spinto Palazzo Lombardia a mandare il testo definitivo dell’intesa al ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani. Il leader leghista assicura: “Conto che arrivi in uno dei prossimi Consigli dei ministri il provvedimento attuativo sull’autonomia del Veneto e della Lombardia sicuramente, mi auguro anche dell’Emilia-Romagna. Quindi, è chiaramente previsto nel contratto di governo, è un passo avanti nel nome del taglio agli sprechi e della politica a chilometro zero.
Siccome sia noi che gli amici dei Cinquestelle siamo sensibili ai tagli agli sprechi, più vicini si spendono i soldi ai cittadini, meno è facile buttarli via e sprecarli”. Insomma, chi vuole intendere, intenda. Ma, al di là di tutto, tra la lettera a Bruxelles per la manovra, gli alti e i bassi con gli alleati di governo, non va proprio giù a Salvini la sconfitta nel derby: “”Quando giochi per limitare i danni, come va a finire? Ti massacrano. Giocatela per vincere, il Milan ha giocato alla Monti e con la Fornero in porta. Su questo veramente mi incazzo, sul resto no”.
Luca Rossi