MILANO (LaPresse) – Amnesty International UK lancia un appello alle “grandi squadre” di calcio. Team “come Juventus e AC Milan devono capire che la loro partecipazione a eventi sportivi” in Arabia Saudita “potrebbe essere usata come forma di ‘sportwashing'”.
Caso Khashoggi, l’appello di Amnesty International a Juventus e Milan
“Chiediamo a queste squadre italiane di pensare due volte al segnale che mandano ai tifosi nel mondo e ai coraggiosi attivisti che si schierano per i diritti umani” nel regno. A dichiararlo è stato Allan Hogarth, direttore di Politiche e affari governativi dell’organizzazione internazionale per i diritti umani. In riferimento “all’orribile omicidio” del giornalista Jamal Khashoggi. E sottolineando che “già prima” di quest’assassinio Riyad “aveva una situazione dei diritti umani veramente spaventosa”.
Le due squadre di calcio hanno in programma la finale della Supercoppa italiana in Arabia Saudita a gennaio. Hogarth, secondo quanto riferiscono i media britannici, ha aggiunto che “è chiaro che Paesi come l’Arabia Saudita sono ben consapevoli del potenziale dello sport nel rinnovare astutamente l’immagine di un Paese” (il suddetto ‘sportwashing’).
La richiesta ai tennisti Nadal e Djokovic
Il membro di Amnesty International ha fatto riferimento anche ai tennisti Rafael Nadal e Novak Djokovic, che il mese prossimo hanno in programma una partita di esibizione nel regno. Chiedendo loro, se decideranno di andare nel Paese, di usare la visita per sottolineare la situazione degli abusi dei diritti umani. “Sta a Nadal e Djokovic decidere dove giocare le loro redditizie partite d’esibizione. Ma se andranno a Gedda vorremmo vederli usare la loro notorietà per sollevare le questioni dei diritti umani”, ha detto Hogarth.
Boicottare l’Arabia Saudita
“Twittare appoggio ai coraggiosi difensori dei diritti umani dell’Arabia Saudita sarebbe un inizio”, ha aggiunto. Circa 15 attiviste affrontano 25 anni di carcere per aver parlato della necessità di riforme a Riyad. Dopo il brutale omicidio del giornalista nel consolato di Istanbul, oltre 40 organizzazioni di alto profilo si sono ritirate dalla partecipazione questa settimana alla conferenza cosiddetta ‘Davos nel deserto’.