Roma, 28 ott. (LaPresse) – “Il ministro Bonafede è contro l’uso del taser nelle carceri. Il suo uso, come proposto da un emendamento di Fratelli d’Italia al decreto sicurezza, può aiutare il lavoro degli agenti. Tuttavia è solo un passo in avanti, che deve portarci ad una revisione totale del sistema carcerario. Invece la posizione del ministro Bonafede è in completa controtendenza con le richieste della Polizia Penitenziaria, ma in piena continuità con il pensiero del presidente Fico che chiede amore e solidarietà per chi stupra e uccide. Questa corrente di pensiero buonista ha ridotto le carceri in vere e proprie polveriere dove la sicurezza, soprattutto per gli agenti, non è più garantita. Le disposizioni di vigilanza dinamica, cioè l’apertura delle celle e il libero spostamento dei detenuti nei luoghi comuni che dovrebbe essere una concessione di premialità e non una normalità, mettono in pericolo la sicurezza degli agenti che si trovano soli o al massimo in due circondati da una sessantina di detenuti.
dunque
Così come la legge sulla tortura molto spesso mette gli agenti in una condizione psicologica tale da avere remore ad agire per paura, poi, di ripercussioni anche di tipo penale. Senza considerare la carenza di uomini, mezzi e attrezzature che rendono il lavoro di queste persone al limite della sopportazione. Queste sono le condizioni delle carceri italiane, situazione che non si risolve col buonismo e aumentando la comprensione. La popolazione carceraria non è più quella degli anni 70. Come i reati non sono più quelli degli anni 70. Il sistema va rivisto, incentivando le azioni per chi vuole essere rieducato, ma inasprendo le condizioni per chi ha commesso reati violenti e per chi crede nella legge del più forte. E in questo caso il più forte deve essere lo Stato. Senza se e senza ma”. Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Patrizio La Pietra.