Londra (Inghilterra), 28 ott. (LaPresse/AFP) – Vichai Srivaddhanaprabha, il magnate thailandese presidente del Leicester City, il cui elicottero si è schiantato sabato sera fuori dallo stadio del club di Premier League. Questo dopo l’1-1 in casa con il West Ham, è il protagonista di una delle più grandi favole del calcio. Amante del polo, Vichai, 61 anni, si è sempre affezionato ai fan del Leicester quando il club ha battuto la concorrenza dei ‘giganti’ inglesi per vincere la Premier League nel 2016 – il primo titolo della storia del club fondato nel 1884 – con Claudio Ranieri in panchina. La vittoria del campionato, contro tutti i pronostici, grazie alle magie di Mahrez e ai gol di Vardy, ha fatto entrare di diritto la città nelle Midlands dell’Inghilterra sulla mappa sportiva globale. Un exploit che non si è ripetuto, però, nelle stagioni seguenti, perché il Leicester ha chiuso dodicesimo nella stagione seguente e nono l’anno scorso. Ma quell’impresa delle Foxes resta nella storia.
dunque
Il magnate occhialuto rimane una figura enigmatica. Raramente rilascia interviste, preferendo lasciare che suo figlio Aiyawatt, in qualità di vicepresidente, noto come ‘Top’, si esponga a nome della famiglia. Il suo cognome, che significa “la luce della gloria progressiva”, gli è stato conferito dal defunto re della Thailandia, Bhumibol Adulyadej. Ciò nel 2013, alla sua famiglia d’origine cinese, i Raksriaksorn. Srivaddhanaprabha ha fondato la sua azienda nel 1989, iniziando con un negozio a Bangkok, capitale della Thailandia, e costruendo un impero multi-miliardario. Devoto buddista, Vichai crede fermamente nel potere del karma e si racconta che ha portato dei monaci dalla Thailandia fino in Inghilterra per benedire il campo di Leicester e dare ai suoi giocatori amuleti fortunati. La sua azienda, King Power, ha avuto un boom nel 2006 quando ha vinto la concessione ‘duty free’ nel nuovo aeroporto di Bangkok Suvarnabhumi, incluso un mercato di decine di milioni di viaggiatori.