Roma – Mentre non si sono ancora deposte le armi sul decreto sicurezza e su quello Genova, un’altra battaglia si profila all’orizzonte del governo giallo-verde.
Con un colpo di mano la maggioranza vuole cambiare il regime di prescrizione
Un emendamento, annunciato da tempo dal ministro della Giustizia Bonafede, a firma dei due relatori, entrambi del Movimento Cinque Stelle, di fatto elimina la prescrizione dopo la sentenza di primo grado.
Una vera e propria ‘rivoluzione’ sulla disciplina penale che ha immediatamente fatto insorgere le opposizioni. Forza Italia parla di “omicidio del processo penale” e il Pd promette una “sommossa costituzionale”.
Ma quella che viene colta, però, è una “sorpresa” da parte dell’alleato leghista che, stando a quanto si apprende, è stato “spiazzato” dalla proposta.
Il Movimento appare tranquillo
Il ministro Bonafede ha annunciato che “non risultano mal di pancia”, anzi si è anche mostrato sorpreso da possibili malumori leghisti.
Il capogruppo della Lega alla Camera non è affatto sereno
Riccardo Molinari parla di “forti perplessità” anche perché l’argomento “non è stato concordato all’interno del governo”.
Con toni diversi ma sullo stesso tenore sono le parole del presidente della Commissione Giustizia del Senato Andrea Ostellari che apre a possibili modifiche, anche perché “la prescrizione di un reato si può evitare se gli uffici giudiziari funzionano bene“.
Un dissenso, per ora non troppo acceso
Si valuterà nei prossimi giorni, anche quando gli altri focolai di battaglia nell’esecutivo saranno spenti.
Chi invece si pone già sul piede di guerra sono i penalisti che si sono messi in stato di agitazione denunciando “l’inaudita gravità della riforma”, “in spregio manifesto dei principi del giusto processo e della sua ragionevole durata sanciti dall’articolo 111 della Costituzione”.
L’Unione della Camere penali fa appello alla Lega che, sicuramente, risponderà alla chiamata.