Roma, 4 nov. (LaPresse) – “Non torneremo agli anni Venti o agli anni Trenta. Non temo la ricomparsa degli stessi spettri del passato, pur guardando con preoccupazione a pulsioni di egoismi e supremazie di interessi contro quelli degli altri: sarei allarmato da un clima in cui, più che concorrenza, si sviluppassero contrasti, poi contrapposizioni, quindi ostilità, ponendosi su una china di cui sarebbe ignoto ma inquietante il punto finale. Ma l’Europa si è consolidata nella coscienza degli europei, molto più di quanto non dicano le polemiche legate alle necessarie, faticose decisioni comuni nell’ambito degli organismi dell’Unione Europea”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un’intervista sulla prima pagina del Corriere della Sera nel centenario della fine della Grande Guerra.
riflette ancora
“A volte questa interdipendenza appare a taluno come un vincolo, e questo determina reazioni. Per questo, di fronte a una crisi, a un’insufficiente capacità di governo dei processi globali, si cerca nel focolare domestico la protezione dagli effetti dell’interdipendenza. Ma nessuno Stato, da solo, può affrontare la nuova dimensione sempre più globale. Ne uscirebbe emarginato e perdente”. A capirlo secondo il presidente della Repubblica sono “soprattutto i giovani. Generazioni che si sentono italiane ed europee e lo stesso è avvenuto in ogni Paese dell’Unione e questo rappresenta il più forte antidoto ad antistorici passi indietro”.