MILANO – Nuovo strappo di Arcelor Mittal contro il piano ambientale emanato dal governo. L’azienda ha infatti informato di aver presentato la settimana scorsa un ricorso precauzionale contro il decreto di avvio del riesame dell’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, emesso dal Ministero dell’Ambiente. Il Gruppo tiene però a precisare che questa mossa ha “finalità meramente cautelative e deve servire a non perdere la facoltà di tutelare i propri diritti. Mentre non vuole in alcun modo contrastare lo spirito di piena collaborazione che la società sta dimostrando nel realizzare tutti gli interventi del Piano ambientale. E nel rispetto delle scadenze stabilite nel decreto Aia”.
La mossa di Arcelor Mittal
La nuova mossa, ricorda l’azienda, arriva mentre “si è conclusa la prima fase di studio dello scenario delle emissioni rispetto alla produzione autorizzata di 6 milioni di tonnellate annue. E per tutta la durata di questa prima fase, ArcelorMittal, – assicura l’azienda – ha messo a disposizione tutti i dati e le informazioni disponibili in maniera trasparente e collaborativa”.
Il governatore della Puglia alza la voce
Sulla questione fa sentire la sua voce anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. “Apprendiamo solo dalla stampa della mossa di Arcelor Mittal. Il fatto che il ricorrente-affittuario dell’ex Ilva non abbia avuto la ‘cortesia’ di notificare il ricorso, tra gli altri enti, anche alla Regione Puglia, evidentemente non ci impedirà di fare la nostra parte. Ho già dato mandato all’Avvocatura regionale di intervenire ‘ad opponendum’ nel giudizio al Tar Lecce. L’affittuario brandisce oggi l’arma giurisdizionale per tentare di paralizzare l’unico atto che può riaprire il tema delle autorizzazioni ambientali. Noi non ci fermeremo e faremo tutto ciò che possibile per tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente”.
La protesta dei consumatori del Codacons
Pronta anche la replica dei consumatori del Codacons che parlano di “decisione gravissima. Che dimostra oramai in modo palese il totale disinteresse di ArcelorMittal verso la salute dei cittadini di Taranto e la tutela dell’ambiente”. Ancora più duro il presidente dell’associazione. “Proporremo immediatamente un intervento al Tar affinché il ricorso di ArcelorMittal venga respinto – spiega Carlo Rienzi – Gli indiani non vogliono accettare nemmeno le poche cose nuove in più previste dal decreto del Ministero dell’Ambiente e finalizzate a garantire la salute. Una posizione vergognosa e una ragione in più per revocare la vendita all’azienda. E chiudere definitivamente la fabbrica, unica strada realmente percorribile per tutelare Taranto e i suoi cittadini”.
La questione delle tutele legali
Qualche spiraglio si apre invece sulla questione delle cosiddette tutele legali. Spiega il segretario generale Uilm Rocco Palombella: “Non conosciamo ancora il testo ufficiale del decreto legge Imprese approvato dal Consiglio dei ministri ieri sera ma riteniamo responsabile l’iniziativa del Governo per risolvere una situazione che sembrava essere ormai compromessa”, spiega dopo l’approvazione nel Cdm del decreto Imprese che contiene, tra le altre, una norma sulle tutele legali “a scadenza” per ArcelorMittal per quanto riguarda lo stabilimento di Taranto.
(AWE/LaPresse/di Paolo Tavella)